L’ETNA
E l’Etna ho portato con me.
Non perché gelide e scure strade straniere,
ma perché sciapo e stanco andando
il corpo mi si secca
senza le sue esplosioni e fiammate
tra monotonie di mondi nelle vene.
E l’Etna ho portato con me.
Non perché senza musica o rumori volti di cipria,
ma perché per intelaiature di cristallo
e opachi otricoli arrancando
mi s’ammoscia sorda ogni membrana
senza i suoi mitici boati
che scuotono le pianure di Archimede
e portano tormente di foglie di limoni
tra le navate bianche del mio cuore.
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