In tanti, tra gli attivisti, mettono in guardia Di Maio dall'alleato di governo. "Occhio a Salvini, é furbo", gli dice un signore arrivato dalla Puglia. "Gigi, fidarsi é bene non fidarsi é meglio...", il vecchio adagio che rimbalza di bocca in bocca mentre piovono i "grazie" per l'azione anti-condotto tombale.
E anche quest'anno, come ogni anno ormai, non manca la polemica del popolo di Italia 5 stelle contro i giornalisti. Durante il bagno di folla di Luigi Di Maio sul selciato del Circo Massimo, nel cuore della Capitale, si levano urla e grida contro cameraman e cronisti 'rei', per gli attivisti, di essere di intralcio e non consentire al capo politico del movimento di dialogare con la sua gente. "Venduti, Luigi mandali via di qua", grida più di un attivista. E ancora: "via i giornalai sabotatori del governo". E anche Di Maio, tra un selfie una stretta di mano, riserva una stilettata ai media presenti: "sono sull'orlo di una crisi di nervi, ieri hanno detto che qui non c'era nessuno", afferma con un sorriso. Anche il ragazzo che stringe un grande cartello no tap tra le mani se la prende con i cronisti. "Non ci ho parlato? Ci credo... Non mi ha visto, siete sempre in mezzo voi".
Quando sale sul palco, il leader pentastellato inizia a leggere una lettera per dire ai suoi che "siamo cambiati, ma il dna resta lo stesso". "Da quando i cittadini hanno iniziato a occuparsi della politica, in Italia è cambiato tutto. Ricordate per un attimo come era il parlamento e il governo nel 2009 e guardate come è oggi - afferma -. C'è un abisso. Ricordate ora come eravamo noi nel 2009 e guardate come siamo oggi. Certo, siamo cambiati. Di questo dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi". (Adnkronos)