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Mercoledì, 12 Dicembre 2018 07:19

Il nuovo costruttivismo terrorista - 1 -

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Credo che, di fronte all'ultimo attentato terroristico apparentemente uguale nella sua dinamica a tanti altri, dovremmo rivedere un poco le considerazioni e le valutazioni che abbiamo finora svolto su un fenomeno che ha ultimamente cambiato prospettiva strategica e funzione politica.

I terroristi di qualche anno fa erano una emanazione di una guerra in qualche modo simmetrica con l'esercito della Stato Islamico. In quel periodo quel terrorismo ha imparato a partecipare, con il suo potere di influenza, al gioco delle Relazioni Internazionali della geopolitica mondiale. Ora lo Stato Islamico non c'è più, ma i terroristi non evitano di esercitare la loro funzione, di nuovo asimmetrica, nell'influenza politica delle Relazioni Internazionali; con particolare attenzione delle tensioni interne agli Stati che aggrediscono. Soltanto che, mentre i terroristi di sempre erano principalmente destruttivisti, oggi, possiamo dire, che i terroristi hanno obiettivi piuttosto costruttivisti che noi ignoriamo; obiettivi cioè collegati con una strategia nel sistema delle Relazioni Internazionali per se stessi o per il loro Stato di supporto politico. I terroristi di oggi non combattono soltanto per se stessi e per il loro fondamentalismo teocratico. sono strumento della ambizione politica degli Stati che li mantengono, come rete di intelligence di area e fuori area. Non cogliamo questa trasformazione e nemmeno il ruolo dei protagonisti dello scontro politico: e li ignoriamo perché lo spazio e il tempo in cui viviamo noi non è lo stesso spazio e tempo in cui vivono loro. Questa è la vera asimmetria che non ci permette di capire le motivazioni recondite di un attentato. In questo caso, è possibile che l'attentatore fosse stato forzato dall'azione delle forze di polizia che lo circuivano.

Tuttavia la funzione costruttivista dei nuovi terroristi non può ancora essere valutata. Addirittura, proprio perché protratta in un tempo per ora non definito, potrebbe risultare più pericolosa e dirompente di quella tradizionale destruttivista. Il costruttivismo terrorista significa che questo attentato serve a qualcuno per uno scopo che a noi oggi risulta ignaro e che potremo valutare nel corso dei prossimi misi nell'ambito degli Stati che sostengono e mantengono la rete del terrore. Sapremo chi l'ha voluto e perché e forse capiremo i livelli, le organizzazioni, la forza politica, militante e militare di questa nuova fase. Resta il fatto che, possiamo fare i salti oratori e interpretativi che vogliamo nei Talk Show che che vogliamo, ma se non risolviamo, in questa epoca di transizione politica della generale mutazione sociale, il problema della geopolitica internazionale attorno al bacino mediterraneo, imbarcare un attentato terrorista ovunque, adesso che Isis (o come dovremo rinominarla) si è riorganizzata in cellule nascoste e disseminate nel mondo, è più che probabile.

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