ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 12 Aprile 2019 05:53

Ex Ilva chiudere si, forse no, il balletto del nonsense dove sbagliano tutti

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L’altro pomeriggio in una conversazione con un amico imprenditore green, di quelli che in tempi non sospetti, anni ’90 per intenderci, hanno detto no all’acciaio di Stato a Taranto, parlavamo dell’ineluttabilità del siderurgico a ridosso della città bimare.

Perché sbagliano tutti gli attori in scena, quelli che urlano “chiusura subito” e quelli che tergiversano per non decidere. Che senso ha proporre “riconversione urgente dell’intera area jonica” e poi lasciare fuori dalla portata del proprio naso esperienze come il CuboLab di Talsano? Dove “cubo” sta per incubatore di imprese innovative, blue economy, start up, croworking.

Sia chiaro, questo messaggio vale per tutti, per il sindaco Melucci che abbiamo visto passare, prima delle elezioni da quelle parti “mi prenderò anche io un ufficio qui” e poi è sparito; lo hanno fatto anche Emiliano, Stefàno, ecc. Perché il nuovo, la valigia di ritorno, la creazione dal basso di nuove opportunità, non sono capite da chi è distratto o si lascia distrarre dall’acciaio di Stato - tanto prima o poi arrivano soldi, royalties per il territorio, ecc -. Ma questo è il potere.

Ma i movimenti ambientalisti legati fra loro in smisurati elenchi che fanno? Hanno mai visto i giovani in Cuboland? Hanno mai guardato da quella parte? Anche quando lo scorso anno i soliti ignoti hanno in modo scientemente rubato mobili, arredi, computer, approfittando del luogo isolato?

L’imprenditore mi racconta questo episodio di cronaca e mi sottolinea l’amarezza di vedere che altrove, Andria, Piombino queste micro silincon valley funzionano nella testa della gente, mentre a Taranto no. Allora dov’è l’inghippo? Mancanza di obiettivi concreti? Perché combattere l’ex Ilva si può solo a una condizione: creare alternative economiche vere.

Ma dobbiamo crederci tutti, cittadini, l’area critica della società e anche il Comune o le istituzioni che non possono avere solo il ruolo esattore nei confronti delle imprese, oppure bloccare di fatto il completamento delle strade perché un errore, nella realizzazione della Regionale 8, comporta lo scarico delle acque nella zona industriale di Talsano chiedendo alle imprese di bonificare.

Eppure quella è zona economica speciale (Zes), è tarata per il futuro esattamente all’opposto della Mittal. La conclusione di questo ragionamento è solo questo appello alla città intelligente, quella che pensa: facciamo quadrato attorno alle risorse vere che sono la voglia di fare dei giovani talentuosi da rimettere in pista per una nuova città.

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