L’occasione della presentazione del suo libro “Cuore di figlio” è stata utile anche per parlare della esperienza di questo ospedale neonatale realizzato in Somalia nella regione più a Nord. Proprio dove ci sono le condizioni di povertà, indigenza, nello stato propriamente chiamato Somaliland, dove Hargheisa, luogo dove si trova l’ospedale forse l’unico di questo genere, è la città più grande della Somalia dopo Mogadiscio.
Come molto spesso Actionaid ci informa i programmi di questa Ong sono proprio collegati alla regione, distretti di Gabiley e Hargeisa dove il nostro professore ha realizzato il suo ospedale e dove ci sono 21 villaggi con gravi problemi legati alla malnutrizione con i bambini appena nati che presentano problemi legati alle condizioni igieniche e alla malnutrizione. Ieri in due video i problemi dell’area sono balzati all’evidenza della solidarietà, dove la vendita del libro è finalizzata per intero (il prof dice che ne ha venduto finora 3 mila copie realizzando grazie alle opportunità per gli autori di StrettLib di mandare in Africa 30 mila euro). Non lasciamoli soli, dice l’appello di Actionaid, non lasciamolo solo diciamo noi. Acquistate il libro Cuore di Figlio, nella libreria universitaria, su la Feltrinelli, su la Mondadori su Amazon,
Tornando al professore il suo rapporto con la città di Taranto è tutto da ricostruire, lui in una battuta dice: “potrei fare il sindaco” poi, fuori dallo scherzo punta alla proposta della facoltà di medicina di cui si parla da tempo.
E magari dalla scanno della sua esperienza cardiologica un po’ di giovani tarantini potranno attingere in attesa dell’Ospedale San Cataldo – purché non resti nei sogni – ma siamo già nell’espropriazione dei terreni dove sorgerà. Perché la sanità tarantina richiama eccellenze, a gran voce.