Il verdetto è giunto venerdì 28 ottobre, al Palazzo dei Musei, dopo un contest in cui i sei finalisti – usciti da una prima selezione – hanno presentato e rappresentato i loro progetti e performance costruiti per raccontare in chiave artistica o culturale che cosa sono gli Open Data, a cosa servono e l'importanza del saperli leggere e utilizzare.
Un'azione 'divulgativa' nata dalla manipolazione e interpretazione creativa dei contenuti dei 111 data set pubblici consultabili su opendata.comune.re.it. Si tratta di dati liberamente utilizzabili e ridistribuibili, che fotografano Reggio Emilia negli ambiti tra loro più diversi, quali ad esempio la demografia, la mobilità, l'economia, la cultura, l'educazione.
Obiettivo del Bando infatti era promuoverne un'interpretazione, una rilettura creativa e performativa di questi dati, che li trasformasse in linguaggi più semplici, intuibili e coinvolgenti, per renderli comprensibili e favorirne l'accesso e l'utilizzo, attraverso danza, arte, teatro, video documentazione, cinema…
Dopo una prima selezione delle proposte pervenute nei giorni scorsi e la presentazione di venerdì 28 ottobre al Palazzo dei Musei dei sei progetti risultati finalisti, questi ultimi sono stati valutati da una giuria tecnico-popolare che ha decretato il vincitore e che era composta, per la parte tecnica, da Massimo Fustini responsabile del progetto Open Data dell'Emilia-Romagna, Nicola Dusi ricercatore del dipartimento Comunicazione ed Economia dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Paolo Tegoni esperto di progettazione creativa e comunicazione nonché co-ideatore del Create, Valeria Montanari assessore ad Agenda digitale e Partecipazione del Comune di Reggio Emilia e, per la parte popolare, da tre persone estratte a sorte tra il pubblico presente.
Il Teatro dell’Orsa ha presentato il proprio Create With Open Data, nel quale la narrazione costituisce un punto di forza per il racconto di storie e per comunicare la realtà del presente.
“Immaginare è scegliere – ha spiegato la co-autrice del progetto Monica Morini – e scegliere è elemento essenziale di appartenenza a una comunità, è cittadinanza. Proponiamo un progetto che invita ad essere più cittadini e più comunità, il che significa sapere non solo quante scarpe si muovono in una città, ovvero il dato nudo e crudo, ma anche dove vanno tutte queste scarpe, ovvero dove le persone e la comunità sono dirette, e questo è leggere e interpretare il dato in maniera creativa”. E in tal modo si ritorna all'immaginazione originaria.
La narrazione infatti nella proposta del Teatro dell'Orsa si sposa all’immaginario poetico e a quello artistico-visivo, con l’ausilio di video proiezioni, di clip e filmati. Tappeto sonoro al progetto è la musica contemporanea, originale ed eseguita dal vivo. Nel corso del contest, i proponenti hanno fatto ricorso a due voci narranti-recitanti, alle note dal vivo di un clarino e a video proiezioni.
Ideatori del progetto, insieme con Monica Morini, sono gli autori Bernardino Bonzani e Annamaria Gozzi per la parte narrativa, Michele Ferri per la parte visiva e Gaetano Nenna, compositore e direttore d’orchestra, per la parte musicale.
La performance del Teatro dell'Orsa verrà presentata alla città il 4 marzo 2017, in occasione della Giornata mondiale degli Open Data.
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