Non ha risposto alle domande, consegnando invece una memoria.
All’esterno del tribunale ha poi detto che si tratta di una manovra diversiva per nascondere il disastro economico dell’attuale presidente, Mauricio Macrì.
E il presidente risponde, con toni solo apparentemente di neutralità istituzionale: “La giustizia deve agire in modo indipendente, noi non interferiamo. Penso che sia questa l’Argentina che tutti vogliamo. Un’Argentina che rispetti seriamente la democrazia, e la democrazia dice che c‘è la separazione dei poteri. E poi tutti gli argentini vogliono che non ci sia più impunità, e che si sappia tutto quello che è successo in merito alle denunce che ci sono”, informa Euronews.
Il personaggio chiave dell’inchiesta è Lazaro Baez, un impiegato di banca di Santa Cruz, arricchitosi a dismisura durante i tre mandati presidenziali di Nestor e Christina Kirchner. Baez, la cui attività si concentra nel feudo elettorale dei Kirchner in Patagonia, ha ottenuto ingenti appalti pubblici in cambio di tangenti, secondo l’accusa.
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