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Martedì, 08 Novembre 2016 22:50

È morto Umberto Veronesi, ha dato la speranza ai malati di tumore

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Umberto Veronesi Umberto Veronesi

Roma - Addio a Umberto Veronesi, oncologo ed ex ministro della Sanità. Veronesi è morto stasera nella sua casa milanese. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 91 anni.

Una vita a combattere il cancro

Per decenni considerato il simbolo della lotta al cancro in Italia, grande ricercatore, grande medico ma anche grande comunicatore e collettore di risorse indispensabili per l'impresa titanica di ridurre la mortalità per cancro, Veronesi ha impresso una spinta decisiva all'oncologia italiana. Dal suo presidio all'istituto Nazionale dei Tumori di Milano, di cui è stato direttore scientifico dal 1974 al 1976, l'oncologo ha concentrato la sua ricerca soprattutto sul carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna.

Ha fondato, nel 1991, ed è stato direttore scientifico dell'IEO - Istituto europeo di oncologia una prima volta dal 1994 al 2000 e, successivamente, dal 2001 al 2014. Nel 1993 è stato nominato dall'allora ministro della Sanità Raffaele Costa membro della commissione nazionale incaricata di redigere un piano contro le malattie tumorali. Nel 1998 è stato membro della commissione che dovette giudicare gli effetti della cura anti-cancro nota come "terapia Di Bella", da lui fortemente contrastata.

Il 25 aprile 2000 viene nominato ministro della Sanità nel governo Amato II, fino all'11 giugno 2001. In qualità di ministro si è battuto in particolare per una legge antifumo, che sarà poi varata dal suo successore Girolamo Sirchia. Dal 2008 al 2011 è senatore per il Pd. oltre al grande lavoro scientifico, di Veronesi, soprattutto negli ultimi anni, si ricordano le battaglie civili: la legalizzazione delle droghe leggere (già nel 1995), la difesa di testamento biologico e consenso informato (anche nei drammatici giorni della morte di Eluana Englaro nel 2009), la difesa degli alimenti Ogm. Inoltre da decenni l'oncologo si era convintamente lanciato nella battaglia contro il consumo di carne, essendo lui stesso vegetariano convinto. Sia per motivi salutistici che etici. Lucido e attivissimo fino alla fine, in una delle ultime interviste aveva detto: "Non mi interessa la fine, ma di fare una brutta fine". Un rischio che non ha mai corso.

L'oncologo bocciato due volte al ginnasio

Nato a 5 chilometri da Milano da una famiglia contadina cattolica, Veronesi si allontana dalla religione durante l'adolescenza, rimanendo agnostico fino alla morte. Al ginnasio, il futuro oncologo di fama mondiale viene bocciato due volte. "Da ragazzo mi vedevo bruttissimo - dirà in seguito - ero convinto che le ragazze non potessero degnarmi di uno sguardo, ed ero sicuro che nessuna mai si sarebbe innamorata di me. Forse perché ero davvero troppo alto per la mia età. E per sfogare questo senso di inadeguatezza facevo il monello e mi rifiutavo di studiare". 

Sposato con Suzy Razon, pediatra ebrea sopravvissuta ai lager, ha sette figli , due dei quali, Paolo e Giulia, hanno seguito le sue orme e sono chirurghi.

Da Renzi all'Airc, il cordoglio di politici e medici

Roma - Dal premier Matteo Renzi al sindaco di Milano Giuseppe Sala, il cordoglio della politica e della comunità scientifica per la morte dell'oncologo Umberto Veronesi.

"Un grande italiano" così Renzi ha scelto di ricordare su Twitter Veronesi, scomparso a 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 il 29) nella sua casa di campagna.

Tweet anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini: "Anche grazie a lui non parliamo più di male incurabile".

Sceglie lo stesso social network anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: "Addio a Umberto Veronesi, grande scienziato uomo di valore, che ha insegnato alle donne come vincere e difendersi dal cancro. Un abbraccio affettuoso ai suoi cari".

"Una vita dedicata alla lotta contro i tumori, un grande medico ed un uomo libero. Ci mancheranno la scienza e le riflessioni di Veronesi" scrive semore su Twitter il presidente del Senato, Pietro Grasso.

Per Giuseppe Sala, "Umberto Veronesi è stato da milanese vero, uno dei protagonisti della storia di Milano. Egli ha unito alla sue qualità di medico e di scienziato di fama mondiale una forte e decisa passione civica e politica". "Milano e l'Italia piangono in lui la figura di un vero laico - aggiunge il sindaco - capace di costruire istituzioni che hanno alleviato il percorso della malattia di migliaia di persone. A tutti continuare la sua strada nel dialogo e nel rispetto delle idee di tutti".

 "La morte di Umberto Veronesi rappresenta una grande perdita per l'oncologia italiana" ha commentato all'AGI Carmine Pinto, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). "Veronesi è stato uno dei fondatori dell'oncologia nel nostro paese. E' stato promotore - ha detto - di numerosi progetti di ricerca e di raccolte fondi che hanno permesso di organizzare e fare ricerca oncologica in Italia". Secondo Pinto, il suo lavoro ha di fatto rivoluzionato il trattamento del cancro al seno e ha permesso di migliorare significativamente la qualità della vita delle donne colpite da questa neoplasia. "Importantissimo è stato l'impatto della sua ricerca per la cura del tumore della mammella. A Veronesi - ha sottolineato il presidente dell'Aiom - si deve l'introduzione, nel nostro paese, della chirurgia conservativa. Il suo lavoro ha influenzato intere generazioni e continuerà a farlo in futuro".

Umberto Veronesi "faceva parte di una generazione di medici che hanno fatto la storia della medicina in Italia e che sono cresciuti all'interno dell'Istituto Tumori di Milano, il primo luogo di cura che ha approcciato la malattia oncologica con l'occhio della modernità". E' così che Pier Giuseppe Torrani, presidente AIRC e FIRC, ricorda l'oncologo scomparso questa sera a Milano. "Tutti i malati oncologici, e AIRC in particolare, devono molto alla sua lungimiranza di medico e scienziato e alla sua instancabile tenacia nel perseguire l'obiettivo di terapie più umane, efficaci e accessibili a tutti", ha aggiunto. 

"Fin dalle prime campagne di informazione e di raccolte fondi - si legge in una nota dell'AIRC - Veronesi è stato il portavoce di AIRC sui media e presso le istituzioni. Fu sua l'idea di riunire la borghesia industriale milanese, i suoi amici personali e i suoi contatti di figura pubblica intorno a una causa che interessava tutti: AIRC è nata cosi', con l'appoggio affettivo e fattivo della parte piu' produttiva di Milano". (AGI)

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