ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 10 Novembre 2016 00:00

Il presidente di tutti gli americani, non ha senso stupirsi o addirittura impaurirsi

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Washington – Lo stupore del mondo è persino eccessivo; tutto nasce dal fatto che il passaggio di Obama, specie nel primo quadriennio, aveva qualcosa di quell’audacia della speranza che era il suo messaggio iniziale. Qualcuno nel social forum scrive che l’America ha i suoi anticorpi e quello che appare antipolitica si risistema nella tradizione democratica.

 Venivamo da otto anni di Bush figlio, con gli anni bui delle torri gemelle e delle guerre, prima c’era stata la meteora Clinton fermata a soli quattro anni di mandato dopo uno scandalo sessuale. E prima ancora otto anni di Repubblicani tra Reagan e Bush padre. L’alternanza in Usa è quasi una regola si sa. Già Obama nel secondo mandato non aveva maggioranza al senato e questo lo ha quasi fermato rispetto ai cambiamenti che avrebbe voluto, specie sul tema delle armi facili negli Usa. Ma già le ultime avvisaglie di caccia ai neri erano in qualche modo un messaggio chiaro. Il fatto che pur essendoci un presidente di colore, siano avvenuti questi episodi razzisti o pseudorazzisti può aver smorzato l’entusiasmo dei voti di questa parte dell’elettorato, verso il partito democratico. Partito democratico che richiamava poi il nome di Clinton. E’ apparso, e va detto, la conferma della casta.

Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Ebbene questo è il risultato che nessuno si attendeva e che ha clamorosamente smentito ben 12 sondaggi e praticamente tutta la stampa americana che al 99% tifava per la Clinton. Ora si scopre, e solo qualche testata ne aveva parlato, che Trum ha fatto per decenni televisione ed era una star. Il l 70enne magnate e candidato repubblicano aveva perso i tre duelli tv con Hillary Clinton ed era inciampato in una serie di gaffe e scandali che sembravano precludergli la Casa Bianca. Dopo poche macchie blu apparse sui contorni della mappa americana, già dalle prime ore dello spoglio elettorale, Stato dopo Stato, tutto si è colorato di rosso repubblicano.

TRUMP "SARO' PRESIDENTE DI TUTTI"

I toni sono già cambiati – e siamo a poche ore dalla notte storica - e con la famiglia al completo, Melania, la nuova First Lady vestita di bianco, e tutti i figli, il repubblicano Donald Trump, ha fatto il suo discorso della vittoria, promettendo al Paese unità dopo la violenta campagna elettorale contro la candidata democratica, Hillary Clinton. "E' giunto il momento di cicatrizzare le ferite, il popolo americano è uno solo e dobbiamo essere uniti. A tutti i repubblicani e democratici e indipendenti nel Paese, io dico è arrivato il momento di essere un popolo unito. Lo prometto a tutti i cittadini del Paese. Sarò il presidente di tutti gli americani e questo è estremamente importante per me".

 Affiancato dall'uomo che sarà il suo vice, il governatore dell'Indiana Mike Pence - che poco prima lo aveva introdotto parlando di "una notte storica" e ringraziando gli americani per la fiducia accordata - Trump ha fatto presente che la Clinton lo ha chiamato per ammettere la sconfitta. E dopo settimane e mesi in cui l'aveva chiamata 'crooked Hillary', la 'corrotta', e 'nasty woman', 'donna cattiva', ha avuto toni decisamente più concilianti: "Hillary ha lavorato a lungo e duramente per tanto tempo. E ho nei suoi confronti un debito di gratitudine per il suo servizio al Paese. Lo penso davvero".

Poi ha confermato il suo slogan della campagna elettorale, promettendo di rendere grande di nuovo l'America. Chi lo ha portato alla Casa Bianca "è un movimento composto da americani di ogni razza, religione, ideali, che si aspettano che il governo sia al servizio della gente e sarà veramente così", ha assicurato. Il nostro Paese non sarà secondo a nessuno" e ha assicurato, "ricostruiremo tutto". "Ho trascorso tutta la mia vita nell'imprenditoria e ho cercato di potenziare nuovi progetti. Adesso lo farò per il mio Paese, che ha potenzialità incredibili, ogni americano avrà le sue chance e tutti quelli che sono stati dimenticati in passato non lo saranno più", ha scandito. Il futuro presidente ha promesso "un progetto nazionale di rinnovamento", preannunciando che raccoglierà le menti "migliori e più brillanti". "Raddoppieremo la nostra crescita e avremo l'economia più forte del mondo", ha assicurato. "Vi prometto che non vi deluderò, faremo un lavoro eccellente". "Spero che alla fine dei 4 anni, e forse anche 8 anni, direte che veramente valeva la pena lavorare per questo e che sarete orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. La campagna è terminata ma il nostro lavoro è appena all'inizio". Quanto al fronte internazionale, Trump ha assicurato che vuole "buoni rapporti con l'estero" e che sarà "giusto con tutti i popoli e le nazioni". "Con il mondo cercheremo alleanze, non conflitti, e - ha assicurato - gli Usa andranno d'accordo con tutti coloro che vorranno andare d'accordo con noi". "Voglio dire alla comunità internazionale che metteremo sempre gli interessi dell'America dinanzi e ci comporteremo in maniera giusta con tutti i popoli e le altre nazioni". "Lavoreremo con tutte le nazioni che saranno disponibili a lavorare con noi: l'America non si accontenterà più di nulla che non sia il meglio. Dobbiamo rilanciare il destino del nostro Paese, il suo grande sogno, con coraggio e audacia". 

Che sia alla fine ritornato il sogno americano, come antidoto alla recessione che oramai alla gente ha davvero stufato? Ma ricordiamoci sempre gli andazzi della politica; ricordate gli imbarazzi dei repubblicani? Ora sono tutti accanto al loro presidente, una vittoria netta, determinante. Del resto anche Obama richiamava il sogno americano per un mondo nuovo, Trump lo rimette in gioco questo sogno, ma appare più un sogno dell’America per se stessa nel mondo, ma è cultura repubblicana se ci pensate un po’. 

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