"Nella reazione di Lutero - spiega Francesco rispondendo a Stefania Falasca sul recente viaggio a Lund per i 500 anni della Riforma - c'era anche questo: il rifiuto di un'immagine di Chiesa come un'organizzazione che poteva andare avanti facendo a meno della grazia del Signore, o considerandola come un possesso scontato, garantito a priori. E questa tentazione di costruire una Chiesa autoreferenziale, che porta alla contrapposizione e quindi alla divisione, ritorna sempre".
L'ACCUSA DI PROTESTANIZZARE LA CHIESA
"Il Giubileo? Non ho fatto un piano. Le cose - confida Francesco alla vigilia della conclusione dell'Anno Santo Straordinario - sono venute. Semplicemente mi sono lasciato andare allo Spirito. La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee. Questo Anno sulla Misericordia è un processo maturato nel tempo, dal Concilio? Anche in campo ecumenico il cammino viene da lontano, con i passi dei miei predecessori. Questo è il cammino della Chiesa. Non sono io. Non ho dato nessuna accelerazione".
"Qualcuno ha detto che si vuole protestantizzare la Chiesa?", fa notare la vaticanista di Avvenire a Papa Francesco, che replica: "Non mi toglie il sonno. Io proseguo sulla strada di chi mi ha preceduto, seguo il Concilio. Quanto alle opinioni, bisogna sempre distinguere lo spirito col quale vengono dette. Quando non c'è un cattivo spirito, aiutano anche a camminare. Altre volte si vede subito che le critiche prendono qua e là per giustificare una posizione già assunta, non sono oneste, sono fatte con spirito cattivo per fomentare divisione. Si vede subito che certi rigorismi nascono da una mancanza, dal voler nascondere dentro un'armatura la propria triste insoddisfazione". Convivono una straordinaria profondità di analisi e il sapore della conversazione familiare nell'intervista di Stefania Falasca al Papa che il quotidiano della Cei riporta oggi. (Agi)
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