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Lunedì, 20 Luglio 2015 16:38

Gioielliere ucciso: killer suicida era profondamente turbato

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Roma - Ludovico Caiazza non si dava pace. Era convinto di aver soltanto ferito a una gamba l'orafo Giancarlo Nocchia quando il 15 giugno scorso ha fatto la rapina nel suo negozio di via dei Gracchi.

Che avesse compiuto un omicidio il pregiudicato napoletano, che ieri sera poco prima delle 23 si e' tolto la vita in una cella di Regina Coeli, lo aveva appreso in un secondo momento dalla tv. Colloquiando ieri con la psicologa del carcere e con l'avvocato d'ufficio, Caiazza aveva manifestato questo suo turbamento che, unito forse a uno stato depressivo, lo ha spinto a compiere il suicidio. Stando a quanto accertato dalla procura, Caiazza, tossicodipendente, sabato era andato al Sert dove sarebbe dovuto tornare anche oggi. Il pm Sergio Colaiocco, che indaga sul suicidio, ha gia' acquisito la relazione di servizio del direttore del carcere e del comandante degli agenti della polizia penitenziaria. Una delega e' stata affidata ai carabinieri del Ris per una serie di accertamenti tecnici da fare nella cella. Nella giornata di domani, infine, si svolgera' l'autopsia presso l'istituto medicina legale dell'Universita' La Sapienza. (AGI)

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