L’articolo 49 della costituzione della Repubblica Italiana ha raggiunto la perfezione linguistica.
Avrei piacere di conoscere i nomi di coloro che si associarono a comporlo nel 1948, avere il video di quella discussione parlamentare per determinare la parte di ognuno nel concorrere a compattare il principio politico democratico che ci unisce nella libertà.
Purtroppo, i parlamentari si sono poi associati per liberamente scordarlo per 68 anni, tant’è che oggi resta quasi ignorato in tutta la discussione per chiarire se dobbiamo approvare o rifiutare la loro modifica che tocca un terzo degli articoli della carta costituzionale.
Tutti i parlamentari sono ‘determinati’, hanno posto i confini (lat.: de-terminare ‘porre i confini da’) in mezzo tra loro, la casta
[gruppo di persone che, caratterizzate da elementi comuni, hanno o pretendono di avere il godimento esclusivo di determinati diritti o privilegi, lo Zingarelli’98]
e noi, i cittadini comuni. Noi siamo i comuni, loro sono gli eletti, come gli dèi eletti di cui parla sant’Agostino ne La città di Dio:
Qualcuno potrebbe pensare che gli dèi eletti per eminenti prerogative, che Varrone ha trattato nell’ultimo libro e di cui non ho molto parlato, si debbano adorare in vista della vita beata che si ha soltanto nell’eternità. In proposito io non accetto il motto più spiritoso che ragionevole di Tertulliano: Se gli dèi si scelgono come le cipolle, gli altri sono giudicati scarti [: 461-463]
Noi tutti, i cittadini elettori, veniamo giudicati scarti dai cittadini parlamentari che adesso vogliono che noi facciamo il tifo pro o contro Renzi (mr chiacchiera, che ha finito per centrare la nostra scelta su di lui) anziché sul Parlamento che ha deciso che la Costituzione va cambiata e tenuta sotto infarto nell’art. 49.
Lasciate stare ogni questione del tipo –con chi voti il sì?- e –con chi voti il no?-. Se gli eletti sono determinati a far politica come se il cuore della Costituzione non volesse partiti disciplinati in legge, adesso la casta va incontro ad una verifica democratica con noi, gli scarti dalle elezioni.
Ci chiedono:
Siete d’accordo che gli eletti siano come gli dèi, sottratti al giudizio dell’Ordine Giudiziario nella loro associazione in partiti a far le leggi? Sì o no?
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