ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 05 Dicembre 2016 17:21

Taranto – Gianni Liviano, «Ha vinto il No e ha vinto la Costituzione.»

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“Ha vinto il No e ha vinto la Costituzione. Per raggiungere questo obiettivo in questi mesi ci siamo spesi molto.

 

È un obiettivo che auspicavamo e che speravamo fortemente. Per questo, dopo averlo raggiunto, dovremmo essere molto contenti. In realtà, il senso di responsabilità che accompagna il nostro impegno politico ci pone subito di fronte ad alcune domande importanti. Quante persone hanno votato con la consapevolezza che, nelle loro mani, era deputata la costituzione dei prossimi anni e quante, invece, hanno votato pro o contro il governo presente e il suo leader?”.

Così il consigliere regionale Gianni Liviano nel commentare il risultato della tornata referendaria che ha visto gli italiani rispedire al mittente la riforma costituzionale Renzi-Boschi.

“Ho molti dubbi - prosegue Liviano - che nel popolo votante ci fosse piena consapevolezza degli argomenti oggetto del voto. Da politico schierato dovrei gioire, da educatore appassionato alla crescita della comunità prendo atto dei lunghi passi che bisogna ancora compiere perché il voto sia adulto, responsabile e consapevole. Renzi ha compiuto, a mio sommesso avviso, numerosi errori di valutazione. Tra questi il primo, il più importante, è stato sicuramente quello di aver avocato a se stesso, e al governo da lui presieduto, l'intera riforma”.

Secondo Liviano, infatti, La Costituzione “non può mai spaccare un popolo semmai deve unirlo, come i padri costituenti all'indomani della seconda guerra mondiale hanno ampiamente testimoniato. Una riforma costituzionale che spacca in due una Nazione, qualunque fosse stato l'esito, avrebbe già fallito nel suo intento. La Costituzione unisce non divide, racconta un'esperienza di comunità e di sintesi di diversità non di opinioni parziali, posizionamenti politici, autoreferenzialità e faziosità varie. Questo è stato l'errore di Renzi.

Non nascondo ora la preoccupazione per il prossimo governo e per la stabilità della nazione. Era il male minore da pagare, ma sarà comunque un male, la conseguenza di un atteggiamento invadente e forse poco responsabile del presidente del Consiglio uscente. Non ci sono in questa partita - conclude Liviano - vincitori e vinti e quei politici che rivendicano vittorie raccontano frottole. C'é una comunità nazionale da ricostruire e un futuro da affrontare uniti, valorizzando responsabilità e competenze e mai slogan e populismi”.

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