ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 12 Dicembre 2016 12:34

Venezuela ritira banconota di taglio più alto, ormai vale solo 2 centesimi

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Caracas (Venezuela) - Il governo venezuelano ha annunciato che sostituirà le banconote da 100 bolivares, il taglio più grande in questo momento, con le monete entro 72 ore, nella speranza di fermare il contrabbando e affrontare la carenza di cibo e altri oggetti. Ad annunciarlo è stato il presidente Nicolas Maduro, secondo il quale le mafie colombiane che operano nelle zone di confine non avranno il tempo di rimpatriare le banconote.

La banconota da 100 bolivar ha perso gran parte del suo valore nel corso degli ultimi anni ed ora ha un valore di circa 2 centesimi di dollaro. Nei giorni scorsi a causa dell’inflazione galoppante, con il tasso tra i più alti del mondo, il Governo ha deciso di stampare una nuova banconota da 20.000 bolivares.

Purtroppo il dialogo era già fallito. La coalizione dell’opposizione non si è presentata ai colloqui previsti per il 6 dicembre. “Sarebbe poco sincero sederci e parlare di dialogo, come se niente fosse, quando il governo non rispetta gli accordi”, ha affermato Jesús “Chuo” Torrealba, il portavoce della coalizione di opposizione MUD, durante il suo programma radio, qualche minuto prima dell’appuntamento con Mons. Claudio Maria Celli e il Nunzio Aldo Giordano. Una notizia che era attesa da giorni, ma è stata confermata martedì mattina.

La politica venezuelana è un marasma ed il Vaticano ne è rimasto impigliato. In questo clima, lunedì l’opposizione ha scovato un documento riservato della Segretaria di Stato del Vaticano, una lettera inviata al Presidente della Repubblica, con quattro petizioni: “Che vengano adottate le misure per l'ingresso di cibo e medicine per il paese per alleviare la crisi umanitaria; che sia concordato un calendario elettorale; che sia restituito il potere del Parlamento, secondo la Costituzione; e che siano liberati i prigionieri politici”, ha auspicato il cardinale Pietro Parolin. E la lettera si conclude con l'avvertimento che “la Santa Sede si riserva il diritto di rendere pubblica questa lettera se lo ritiene opportuno”.

È arrivato l’attacco di Diosdado Cabello, presidente del partito di governo: “Il Vaticano non è intermediario! Il Vaticano non è mediatore! Il Vaticano sta lì come un invitato, è un accompagnatore. Non ha diritto di porre alcun veto, di avanzare proposte o tentare di sbilanciare la sua posizione verso il settore A o B... Ha sentito Pietro Parolin? Lei è stato qui, è stato due anni a militare con gli “squallidi” (nome offensivo usato da Hugo Chávez per fare riferimento all’opposizione, ndr). Non ci sorprende il suo atteggiamento. Quel signore, quando è stato Nunzio qui, prendeva parte alle riunioni della destra. Da lei non possiamo aspettarci altro... Signor Pietro Parolin, in questo Paese ci sono anche cattolici chavisti… Non può burlarsi di loro. Rispettateci, rispettateci! Noi non ci immischiamo nelle questioni del Vaticano, nelle cose che succedono là. Non ci immischiamo di sacerdoti accusati di pedofilia. Siete voi che dovete risolvere quella faccenda. Non dovete entrare negli affari interni dei venezuelani”, ha affermato nel corso di un comizio, un giorno prima della data del dialogo. Da notare che su Diosdado Cabello pendono diverse denunce per corruzione e il suo nome è stato citato da diverse testate internazionali per presunti legami con il narcotraffico.

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