In un articolo sulla Stampa (sotto il link e incorporato) dal titolo “Perché serve una Corte più efficace “del 19 aprile 2014 il giurista Vladimiro Zagrebelsky fratello dell’ex Presidente della Consulta oltre, a identificare cause e rimedi delle lungaggini della Corte affermava relativamente all’abrogato Porcellum “ la Corte Costituzionale, è stata tempestiva nel decidere, pochi mesi dopo che era stata investita delle questioni”.
SETTE MESI COMPLESSIVI!
Invece sull’Italicum alla data della prima udienza (gennaio 2017) i mesi saranno undici e, se va bene con la sentenza tredici. L’Istat ha certificato (sotto il link e incorporato), che nel 2015 il 28,7% dei residenti è a rischio di povertà o esclusione sociale. Il Sud è l’area più esposta al rischio di povertà con una stima di persone coinvolte, che passa dal 45,6% del 2014 al 46,4 del 2015. Quattro milioni e sette centomila persone vivono in povertà assoluta. In dieci anni la povertà è aumentata del 141%. Povertà crescente e privilegi feudali questo è il paese dopo mezzo secolo di false battaglie contro le disuguaglianze!
I giudici della Corte Costituzionale percepiscono oltre alla retribuzione di giudici, che è la più elevata del mondo anche la pensione, che mediamente è sui 150/200 mila euro l’anno. E’ stato sempre così? No! La legge 87/1953 questo cumulo pensione/stipendio da giudice lo vietava. Essendo questo il paese dei cavilli machiavellici nel maggio del 1977, in un procedimento attivato da un magistrato del Consiglio di Stato quella norma, di divieto fu superata. Il Presidente, che la emise Caianiello divenne poi presidente della Corte Costituzionale, per un mese e 14 giorni. Ci sono stati giudici della Corte Costituzionale, che hanno rifiutato di sommare pensione a stipendio? Sì, certo. Il Prof Paolo Grossi nel 2009 e il Prof Giuliano Amato nel 2013. Altri sei nel 2014 aggiungevano al superassegno di giudice della Corte Costituzionale la pensione. Chi? L’attuale Presidente della Repubblica Prof Sergio Mattarella ex giudice della Corte, i Prof Mazzella, Tesauro, Lattanzi, Morelli e Criscuolo ( fonte De Paolini ). Hanno altri privilegi? Moltissimi!! Un’auto blu con autista, che fino al 2011 durava per tutta la vita e oggi fino, a un anno dopo la scadenza del mandato. Possiedono anche un’auto e due autisti nella città dove vivono oltre a “Viacard e Telepass” –
Il Prof Perotti della Bocconi ha calcolato, che tra autisti, carburante, spese di manutenzione, bollo, assicurazione se ne vanno, per ogni giudice, in media 750 euro al giorno (equivalente a un pensionato sociale e mezzo!!). Gratuiti poi i voli, in aereo, treno, taxi. Gratuiti cellulari, pc portatile e telefono, oltre all’uso gratuito della foresteria a Roma. Ai loro colleghi della Gran Bretagna il rimborso totale per i trasporti è pari a 31.122 per tutti e dodici i giudici della Corte (2600 euro a testa!!). Finito? No. Ogni giudice della Corte Costituzionale ha una segreteria con tre persone e, tre assistenti di studio, per le ricerche e per allestire le sentenze. Costoro sono professori universitari con un’indennità mensile, tra 25 e 34 mila euro (Di Nicola Espresso). Il Prof Perotti ha calcolato, che ai 20 giudici in pensione e, a nove vedove di giudici è stata pagata una pensione lorda di 200 mila euro l’anno.
L’ottimo giudice Zagrebelsky ricongiungendo gli anni da professore con il mandato alla Corte Costituzionale ha riscosso una liquidazione di 907 mila euro lordi e 635 netti e una pensione mensile di 12.200 euro. Alla Corte lavorano stabilmente 350 persone con un costo di 53 mln di euro l’anno. L’aspetto inaccettabile è che non sono pubblicati sul sito della Corte gli stipendi dei dirigenti, né i bilanci consultivi.
In un articolo dell’aprile 2014 sulla Stampa il fratello di Zagrebelsky rifletteva sui ritardi e le inefficienze della Corte come emerge sulla sentenza della legge elettorale confezionata da Renzi. Evidenziava invece il tempo breve per la sentenza sul Porcellum. Nella sentenza sul Porcellum il giudice relatore prof Tesauro espose il 3 dicembre 2013, la sentenza venne emessa il 13 gennaio 2014 e pubblicata in GU il 15 gennaio 2014. Era stata sollevata dalla Corte di Cassazione il giudizio di legittimità nel maggio 2013. Sull’Italicum invece il 17 febbraio 2016 il Tribunale di Messina ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, era stata annunciata che la udienza pubblica il 4 ottobre con sentenza entro il 4 dicembre. Invece convocazione il 24 gennaio e se tutto va bene a marzo. Un ritardo inquietante e comunque inaccettabile considerata la serie di privilegi di carattere feudale posseduta dai membri della Corte e ancor più l’assenza di trasparenza sui bilanci consuntivi.
Vedere anche per i dati del presente articolo l’inchiesta Expresso Repubblica “Alla Corte dei Privilegi")
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2008/04/30/news/alla-corte-dei-privilegi-1.8255?refresh_ce