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Giovedì, 22 Dicembre 2016 08:34

Un successo la prima de “La Fuitina” il secondo corto di Andrea Simonetti

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Taranto - Corto cos’è? Alle volte farsi le domande giuste porta a capire tante cose. In letteratura corto è riferibile al romanzo breve, ai libri Short Stories che riempiono l’etere di e-book.

 

Un’azione contratta, narrazione veloce per la fretta di pubblicare a svantaggio dell’arte e creando spesso spazzatura. Ma nel Cinema corto cos’è? Qui s’apre, per chi si occupa spesso di cultura, di qualcosa che sfocia nel gusto diffuso. Si può dire che viviamo immersi nel mondo dell’immagine, siamo oggi circuitati in una narrazione continua e anche in diretta. Ma il cinema è ancora qualcosa d'altro.  Può essere corto o lungo, ma se è davvero cinema ti prende dentro, scatena endorfine, nutre le sinapsi.

Questo è l’incipit per commentare il film corto “La fuitina” di Andrea Simonetti che abbiamo visto per la prima volta, sorretto, nella colonna sonora, o meglio vestito come dice lui stesso, dal nostro amico Pino Forresu, un virtuoso della chitarra che dopo anni e anni di docenza, studio, dedizione e amore per la musica ha tutto il diritto di chiamarsi “maestro”. E’ la prima volta che lo scrivente vede un film di questo giovane regista esordiente e dobbiamo dire che siamo di fronte a vera arte cinematografica che anche qui pensiamo non sia il frutto di improvvisazione ma di ciò che è gravato sulle spalle, formazione, studio, lavoro.

Perché tornando al corto - e di corti ne abbiamo visti tanti - non è solo la sceneggiatura che è importante, ma tutto il lavoro di squadra, che per la prima volta, in una presentazione di film,abbiamo visto ieri sera, e ciò tutto quel  mondo che ruota nel cinema di qualità, oltre la narrazione, la sceneggiatura, la regia, e che riguarda il montaggio, di chi si occupa della fonia, e di quello che invade lo schermo con gli effetti speciali e cura il top della fotografia. Mica si scherza.

Allora il corto ben fatto, come quello che abbiamo visto, che il regista a domanda risponde di averlo realizzato in 5 giorni di ripresa (12 ore al giorno) dà al regista - a nostro parere - la chiave di ingresso al Cinema del lungometraggio: occorrono produzioni, fatevi avanti.  

Per parlare del tema del corto, qui ci limitiamo a riportare la stessa motivazione che dà il registra e che facciamo nostra, una sorta di racconto del paradosso dei pregiudizi della società, su chi è diverso e non solo per sesso, ma anche per età, e pensiamo al mondo dell’infanzia che spesso è un mondo a sé. E pensare alla scenografia si è calato il racconto nel passato, per rendere più arcaico il comportamento dei singoli, e in un piccolo paese antropologicamente “seriore”. E per questo alla fine viene fuori un capolavoro con molti interpreti che di solito nel corto non ci sono. Abbiamo visto la grinta del signorotto interpretata dal Boris Giuliano del film di Pif visto ieri l’altro su Rai1, l’attore Nicola Pignanese, e Fabrizio Ferracane che ha cominciato 15 anni fa con Tornatore. E poi tutti gli altri, compreso i due protagonisti della fuitina che sono i due bambini che fuggono nel mondo della loro fantasia immersi nel mondo rurale. Bella serata nel cinema Bellarmino di Taranto.

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