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Domenica, 01 Gennaio 2017 00:00

2017 - Pensiamo ai lavoratori che perdono il posto di lavoro e a chi non riesce a trovarlo

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Non saremmo una testata generalista aperta a tutti se non dessimo spazio, anche in un giorno di festa, dove notoriamente la stampa non c’è, i giornali stampati usciranno il giorno due, alle voci dal basso che parlano dei lavoratori di Roma che sono per strada. Questo il comunicato dei Cobas

Mentre da una parte si sorride all’arrivo del nuovo anno c’è chi deve mettere in conto un licenziamento che metterà a dura prova la propria famiglia per un reddito che non sarà più grantito. Pensiamo, soprattutto ai 1600 licenziamenti di Almaviva che diventeranno operativi dal primo gennaio prossimo. Per il sindacato USB la responsabilità della gestione della vertenza è tutta di Cgil Cisl e Uil e del MISE che, come ormai accade in ogni importante vertenza, neanche prova a mettere sotto pressione le aziende affinché ritirino i licenziamenti. USB, il sindacato autonomo, come sempre in ogni vertenza, avrebbe gestito ben diversamente questo drammatico confronto senza alcun cedimento e senza introdurre alcuna pratica di contrapposizione tra lavoratori. Ora al dramma si aggiunge lo scorno con un Governo che decide un importante stanziamento per salvare le Banche. E’ lo stesso governo, “assieme ai sindacati complici – come è detto in un comunicato della Usb – che non vuole entrare seriamente in campo per imporre soluzioni occupazionali per i lavoratori. A questo governo e a questi sindacati vanno quindi attribuite le responsabilità della drammatica conclusione di questa vertenza.”
Avremmo voluto più solidarietà da parte dei lavoratori, più fermezza del governo, più presa di coscienza dell’opinione pubblica e più determinazione dei media nel trattare questo problema che tocca profondamente le coscienze di tutti noi. Il lavoro non è un optional ma una necessità inderogabile se vogliamo garantirci un’esistenza meno amara, se non drammatica. Non a caso i nostri padri costituenti hanno affermato che il nostro paese è una repubblica fondata sul lavoro. E allora prendiamo atto della vera emergenza che sta attraversando l’Italia e condividiamo per lo meno un “reddito di cittadinanza” a quanti si trovano senza lavoro, con una famiglia da mantenere o a giovani senza un futuro. Diamo concretezza alla nostra solidarietà e imponiamo al Parlamento e al Governo le giuste scelte che garantiscano dignità e rispetto ai nostri simili in difficoltà.

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