ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 05 Gennaio 2017 00:00

Vedrò io i partiti legali prima di morire?

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Un mese dopo il nostro no al referendum è in ballo la ‘svolta positiva’ del M5S, Arriva il garantismo nel M5S? Prendiamola come una svolta positiva

Il nostro giornale inserisce il codice etico in sei punti al positivo. Antonio Di Pietro, ex PM ed ex inventore dell’Italia dei Valori, l’ha pure definito “Un codice saggio, da partito con i piedi per terra” [in la Repubblica, martedì 3 gennaio 2017: 4].  

https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_dei_Valori

L'Italia dei Valori (abbr. IdV), precedentemente conosciuto come Italia dei Valori - Lista Di Pietro, è un partito politico italiano fondato a Sansepolcro il 21 marzo 1998 da Antonio Di Pietro[12][13][14], ex magistrato fra i protagonisti dell'indagine dei primi anni novanta denominata Mani pulite che portò alla luce un sistema di potere politico nazionale fondato sulla corruzione.

Dopo una breve adesione a I Democratici, il partito si ricostituì come partito autonomo il 27 aprile 2000.

A seguito della partecipazione solitaria alle Elezioni politiche del 2001, aderì all'alleanza di centro-sinistra, partecipando alle elezioni all'interno della coalizione dell'Unione di Romano Prodi nel 2005 e nel 2006 ed alle elezioni del 2008 in coalizione col Partito Democratico.

Durante l'esecutivo nazionale del 3 ottobre 2014 a Sansepolcro la linea di Di Pietro venne bocciata e fu votata al 95% quella del Segretario Nazionale Ignazio Messina per riportare l'Italia dei Valori nel centro-sinistra, Di Pietro prese atto e abbandonò il partito.

Al livello europeo aderisce al Partito dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa[15], che nell'ultimo decennio si è aperto a partiti di centro di diversa estrazione, e i suoi europarlamentari siedono quindi nel Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa.

La completezza dell’informazione richiede di raccontare la condanna giudiziaria subita da Di Pietro per non aver spartito con l’altro eletto i rimborsi elettorali incassati come Partito dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa: dalle mani pulite alla condanna per mani sporche.

Dunque, Di Pietro, da uomo di legge senza più incarichi ma con quasi vent’anni di esperienza politica, ieri è intervenuto in tv –collegato da casa con l’influenza- per dir bene del codice etico di Grillo. Dovrebbe sottolineare l’aria fritta che permetterà a Grillo di fare il grillo di Pinocchio, se vuole esser severo, ed il grillo dei campi se vuol evitare di condannare qualcuno. Come ha detto la stampa, che oggi viene attaccata da lui. Il direttore de la Repubblica, Mario Calabresi ha fatto oggi l’articolo di fondo:

Il giudice è il lettore.

Lo ringrazio come lettore e giudico.

Se “l’Italia è al 77esimo posto nella classifica della libertà di stampa, dietro Paesi africani come Burkina Faso e Benin. Il motivo? Non è quello che pensano i detrattori del nostro giornalismo, ovvero l’asservimento al potere, ma al contrario: troppi sono i giornalisti minacciati dalle mafie […] e dalle cause intentate da politici. […]”

Poi passa alla facile irrisione della denuncia di Grillo [in titolo Grillo: tribunali per giornali e tv. Il Pd: toni fascisti (la Repubblica, 4.01, prima pagina piena)

Io penso, appunto, che Grillo dovrebbe evocare i tribunali per i partiti legali. Se fossi in Calabresi, ricorderei che la nostra Costituzione ha l’art. 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Se questo principio non viene tradotto almeno in una legge sui partiti, i tribunali non avranno lo strumento per intervenire. E, se uno ruba come ha fatto Di Pietro, il furto condannato decade a bagattella e la memoria si perde. Naturalmente i lavoratori nel giornalismo pagati per il singolo pezzo sono soggetti ad ogni ricatto, che li plasma. Quando dipenderanno direttamente dalla proprietà del giornale saranno ben formati, come Calabresi incapace di chiedere a Grillo: perché non segnali ai grillini la necessità di prendere l’iniziativa di legge sui partiti legali contro tutti i partiti che non la vogliono fare da 68 anni?

A Di Pietro dico: la laurea in legge è una garanzia per non proporre le leggi necessarie, anche se si fa politica nell’Italia dei Valori e di Di Pietro?

All’Italia dei Valori in essere: volete far la legge sui partiti o non?

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Read 1187 times Last modified on Mercoledì, 04 Gennaio 2017 16:23

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