ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 06 Gennaio 2017 00:00

Epifania di Galan

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6 gennaio 2017. Oggi l’ex governatore del Veneto torna libero e prepara la richiesta di revisione del patteggiamento, com’è ne Il Gazzettino, il Quotidiano del NordEst, di giovedì a pag. 11. 

Il titolo: -Galan: il mio processo è da rifare- mi introduce nel tema. Io sono d’accordo con lui: se non esiste in Italia il delitto politico, che sarebbe la frode della fiducia ricevuta in violazione alla legge sui partiti richiesta dal cuore della nostra Costituzione, all’art. 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Se gente come l’ex mani pulite Di Pietro può usare i rimborsi elettorali e venir chiamato in tv ad esprimere le sue idee sul regolamento grillino, non saranno mica i 50 milioni rubati nello scandalo Mose ed il riconoscimento della propria colpa avvenuto nell’autunno 2014 ad impedirgli di provar a ridurre la condanna ricevuta, iniziata in carcere il 22 luglio 2014, poi ridotta agli arresti domiciliari.

Visto che epifania significa ‘manifestazioni’ l’evento si presta a queste rivelazioni:

0. Che si sappia anche nel resto d’Italia che Galan è libero.

1.Giancarlo Galan fu un distributore di programmi Mediaset di Silvio Berlusconi, condannato per elusione fiscale; radiato dal Parlamento il primo e radiato il secondo;

2. Giancarlo Galan fu governatore del Veneto per tre legislature. Vuole essere riabilitato perché non c’è nessuna legge che colpisca la frode politica.

Il Gazzettino narra che il grande vecchio del Mose (il sistema di controllo delle acque di marea), il corruttore Giovanni Mazzacurati, che ha confessato di aver dato i soldi a Galan, ha dei problemi senili di memoria e la segretaria di Galan, Claudia Minutillo, che ha confessato di aver distratto 500.000 euro e si è pentita viene ritenuta colpevole dal ladro di cento volte tanto. Galan penserà di rimontare i 500.000 euro della segretaria come il sindaco di Venezia dal 2010 al 2014 confessò di aver ricevuto 500.000 euro e di averli girati al Pd. Al tempo, il premier Renzi disse che l’ammissione di aver ricevuto i soldi era consapevole, mentre la dazione era tutta da dimostrare. Non vale in diritto notare che Orsoni era ricco di suo e Galan non aveva mai guadagnato i tre milioni e mezzo della villa che gli venne sequestrata, ma questi sono busillis giuridici non di mia competenza.

Io mi contento di stare con Renzo, che non si districa nelle questioni dell’azzeccagarbugli, e mi domando: se il furto politico più grande del dopoguerra in Veneto finisce col responsabile che respira di nuovo la libertà la forza dell’Italia è così poca, e così poca…

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