Secondo l'agenzia americana per la protezione ambientale, Fiat Chrysler avrebbe installato e non comunicato su alcuni veicoli software di gestione delle emissioni inquinanti. Una violazione di tipo amministrativo, non assimilabile a quella che ha travolto Volkswagen con il Dieselgate.
La replica di Fca è arrivata dopo la chiusura di Borsa: "I veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili".
Circa 104.000 motori diesel truccati. È l’accusa dell’agenzia per la protezione ambientale statunitense (Epa) nei confronti di Fiat-Chrysler. Il software che consente emissioni sopra i limiti sarebbe stato installato su veicoli Grand Cherokee e Dodge Ram.
La notizia ha fatto crollare il titolo a Piazza Affari dove ha perso circa il 16%. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,7%. Il titolo di Fiat Chrysler è affondato anche a Wall Street.
La violazione delle norme sulle emissioni potrebbe costare a Fca una multa di oltre quattro miliardi di dollari.
Fiat Us si è difesa affermando che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili.
“Non c‘è nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca”, ha affermato l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne – dialoghiamo con l’Epa da più di un anno’‘.
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