Il rilevamento poi registra come sia profondamente divisa l'America che assiste oggi all'inauguration day: il 60% degli intervistati afferma che il Paese affronta la nuova presidenza "ognuno per sé" mentre solo il 34% afferma che "siamo tutti uniti".
Già un sondaggio pubblicato da ABC/Washington Post nei giorni scorsi registrava un'impopolarità da record per Trump, ma parlava di un tasso di approvazione del 40%. Si pensi che nel 2009 Barack Obama aveva un tasso di approvazione dell'80% il giorno del suo primo insediamento. Ma basterà tenere conto che Obama ebbe due milioni di persone mentre Trump ne ha avute meno della metà, 900 mila.
Ma c’è una particolarità delle elezioni americane, dopo il giuramento il presidente ha tutto il potere che gli attribuisce la costituzione americana. Per il resto nel discorso ha parlato di ceto medio tartassato, confini da preservare, il reddito di impresa e del lavoro targato Usa. Argomenti tipici della destra politica. Anche Reagan a suo tempo terrorizzò l'america e il mondo. Questo protezionismo in un’era di economia mondiale dovrà essere precisato meglio, ma oggi è liturgia e la lasciamo tale. Auguri al 45° presidente degli Stati Uniti.
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