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Mercoledì, 25 Gennaio 2017 17:40

2017 annus orribilis per l'economia, energia elettrica...treno e poste assaltano gli stipendi degli italiani

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La deflazione cara signora la si combatte costringendo i cittadini a spendere. Firmato i manager o presunti tale nel tempo della grande ammucchiata. Poste, ferrovie e, in ultimo la riforma delle tariffe della energia elettrica con 32 milioni di contatori da sostituire, pagati dal consumatore, ma di proprietà di chi distribuisce l’energia elettrica.

La riforma ha modificato le tariffe di distribuzione dell’energia elettrica e, i cosiddetti oneri di sistema. Il 40% del costo annuo di un consumatore tipo (consumo 2700 Kwh all’anno) è rappresentato da tariffa di costo di distribuzione e oneri di sistema. Le tariffe dagli anni 70, fino alla riforma funzionavano sul criterio della progressività cioè il prezzo dell’energia elettrica cresceva, in maniera proporzionale ai consumi secondo scaglioni e, con l’obiettivo di agevolate i bassi consumi e penalizzare i consumi valutati eccessivi. Quale la “grande” trovata (meglio dire tranvata), alla base della riforma?

La considerazione, che diversamente dai costi di approvvigionamento di petrolio, gas e carbone la quota del servizio di distribuzione, che fino a oggi variava, in relazione ai Kwh (chilovattora) consumati diventava minima per quanti consumavano “poco “e, che quindi era più efficiente (sic!!) far pagare questo costo, in maniera fissa ovvero indipendentemente se si consuma molto/poco. E’ stato il Parlamento, a dare il mandato all’autorità dell’energia, l’AEEGSI e richiedere di superare il criterio “più consumi e più paghi” e, quindi dallo scorso 1 gennaio la tariffa di distribuzione ha una componente annua di costo fisso e una legata alla potenza impegnata. La riforma sarà completata nel 2018 con eliminazione degli scaglioni anche per gli oneri di sistema. Diciamo che, a parità di ogni altra condizione con una potenza di 3 Kw ci sarà una triplicazione delle due voci (oneri di sistema e tariffa distribuzione) Dalle simulazioni effettuate risulta, che sarà premiato da questa riforma chi consuma più di 2700 kwh all’anno e, costoro rappresentano un consumatore su cinque. I “poveracci” che consumano “poca” energia, intorno ai 1000 Kwh all’anno subiranno un aumento intorno agli 80 euro. Bonus energia per chi ha un reddito di 8100 euro all’anno!   L’anno in corso sarà l’anno della “grande rivoluzione “, per i consumi di gas ed energia elettrica.  La domanda, a questo punto diventa: chi definisce davvero le regole e con quale criterio?  E’ l’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI). Il criterio, che adotta? Consulta chi vende energia (Enel , Edison etc) e le associazioni dei consumatori ed essendo la materia molto tecnica si capisce chi prevale. Consultazione che, per esempio definisce i costi da riconoscere all’operatore. 

Sul contatore e sugli oneri di sistema faremo, in settimana uno specifico articolo. Importante osservare, che in tempi di lotta ai cambiamenti climatici e annunci quotidiani sul contenimento delle fonti fossili (si parla di decarbonizzazione nei trasporti, nel manifatturiero) la logica usata dalla Autorità per l’Energia elettrica e il Gas è quella di premiare chi sperpera energia alla faccia della efficienza e del risparmio energetico. Infatti la riforma è stata definita “regressiva “, che tradotto vuol dire “consumando più energia i tuoi costi fissi diminuiscono” e infatti per l’Autorità opportuno cucinare con la piastra elettrica e, per riscaldarsi/ raffrescarsi usare le pompe di calore.

Infine l’aggiornamento della SEN (Strategia Energetica Nazionale), termine modificato al tempo di Berlusconi perché era una bestemmia parlare di Piano, che sapeva di statalismo (riscoperto oggi per salvare banche, aziende in crisi o per impedire a soggetti stranieri di scalare per esempio Mediaset da Vivendi!!) .

 Bene la SEN, per opera dell’uomo di Confindustria bocciato dagli elettori, ma premiato da Letta come sottosegretario al Ministero dello Sviluppo e da Renzi come ministro ha dato l’incarico, per la revisione della SEN non all’Enea a Gse o a Rse, ma alla Boston Consulting Group nota società di consulenza di colossi internazionali, tra i quali Eni. Chi paga? Terna (30% della Cassa Depositi e Prestiti) e Snam (Cassa Depositi e Prestiti 30%)!!  Poste. Si è diffusa la tecnologia di invio della corrispondenza on line? Sono diminuiti quindi gli invii tramite posta del cartaceo? Cosa fanno le Poste, per mantenere inalterati i ricavi? Aumentano le tariffe senza nel contempo aumentare l’efficienza dei servizi.  Aumento della tariffa per l’invio delle raccomandate e, per invio degli atti giudiziari. Normale o quasi lo stupro di un sevizio universale, in una società in cui otto euro su dieci derivano da erogazione di servizi assicurativi e bancari. Le ferrovie poi aumentano le entrate modificando il costo degli abbonamenti dei pendolari. Praticano però lo sconto! Si, ma sulla fascia oraria tra le 9 e le 17.

Chissà quanti pendolari iniziano dopo le 9 e terminano prima delle 17. Aumenti, che variano tra il 20 e il 30%.  Quanti italiani sanno che sono stati sottoscritti e trasferiti al Ministero del Tesoro ovvero sulle spalle di chi paga le tasse, undici contratti derivati con valore nozionale di 5 miliardi di euro sottoscritti   per la costruzione della linea av To/Mi/Na?  Le banche con le quali si sono firmati i contratti derivati? Ubs, JP Morgan, Depfa Bank , la fu Lehman Brothers  e infine con Morgan Stanley i cui contratti raggiungono il valore nozionale di 2,5 mld di euro. Ignote le perdite sul derivato da un miliardo scadenza 2026. Questo è il Paese della grande ammucchiata etero diretta e fallimentare che porterà il Paese al disastro.

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