IL CONTESTO - Tutte le merci provenienti da paesi extra-europei devono obbligatoriamente passare per una dogana. Ma, una volta entrate nell'Unione Europea, non trovano frontiere al suo interno e possono circolare liberamente da un paese all'altro. Un sistema che necessita di una parità di condizioni e gestione delle procedure doganali in ingresso, affinché sia garantita una concorrenza simmetrica tra i vari stati UE.
CRITICITÀ - Allo stato attuale, invece, esiste una disparità di efficienza tra le varie dogane europee, con il risultato che gli operatori tendono ad evitare il più possibile il passaggio delle proprie merci dagli scali più lenti, preferendo altre destinazioni, con tutte le perdite che ne conseguono per i consumatori e i lavoratori, per l'indotto e per l'erario (in seguito ai mancati dazi doganali). Se si riducesse dell'1% i costi delle procedure doganali nel mondo, si aumenterebbe il commercio e il reddito mondiale di 30 miliardi di euro.
L'ITALIA - E cosa accade quando i controlli sono più severi in un paese rispetto a un altro? Accade che le merci contraffatte entrano in Europa dalla dogana più permissiva, con una conseguente perdita di lavoro e di entrate per la dogana "rigorosa", i cui sforzi saranno resi, oltretutto, vani dalla libera circolazione senza controlli delle merci in tutta l'area Ue. È il caso, ad esempio, dell'Italia, i cui rigorosi controlli anticontraffazione fanno preferire i porti del Nord Europa, dove si applicano procedure più blande. Le sanzioni doganali, infatti, variano a seconda del paese (da 200 a 50mila euro) e questa difformità nuoce al rispetto delle regole. Inoltre il periodo per vedere riconosciuta un'infrazione doganale oscilla tra gli 1 e i 30 anni a seconda dei vari paesi.
LA RISOLUZIONE - Il rapporto della deputata europea M5S Tiziana Beghin sull'efficienza delle dogane in Europa si propone proprio di studiare questi fenomeni, perché ufficialmente l'Ue è un'unione doganale, ma nella realtà le procedure e i controlli sono così diversi che esiste una competizione scorretta tra porti e aeroporti di differenti paesi. Obiettivo: la lotta alla contraffazione e alla competizione tra dogane.
Il rapporto nasce per cercare di capire l'impatto di questi fenomeni in termini di produzione, investimenti, integrità di mercato, effetti sulle finanze dello Stato e conseguenze occupazionali per tutte le categorie di lavoratori italiani ed europei che ruotano attorno al commercio e alle dogane.
Non solo: con questo rapporto si desidera anche indagare le eventuali opportunità dovute a una maggiore armonizzazione delle dogane e delle procedure in Europa, e proporre miglioramenti alla situazione attuale. Anche la lotta alla contraffazione riveste un ruolo fondamentale. Basti pensare che il commercio mondiale in prodotti contraffatti corrisponde al 2,5% del commercio mondiale: una cifra corrispondente al PIL dell'Austria. Le dogane europee sono in prima linea per fermare questi traffici.
LA TAVOLA ROTONDA - Il MoVimento 5 Stelle al Parlamento Europeo sta completando una serie di incontri nei porti italiani ed europei per raccogliere le idee e gli spunti di miglioramento direttamente dai lavoratori del settore e dai soggetti interessati.
Taranto ospita il prossimo di una serie di incontri nei vari porti italiani. La tavola rotonda è in programma Giovedì 26 Gennaio presso l'Autorità Portuale di Taranto, un momento di confronto con l'Autorità portuale, Spedizionieri, il Ministero della Salute, l'Agenzia delle dogane, la Guardia di Finanza e i rappresentanti dei settori coinvolti per confrontarsi in tema di politiche doganali e perfezionare ulteriormente la risoluzione parlamentare avviata dal M5S a Bruxelles.
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