ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 29 Gennaio 2017 00:00

Andare al voto con l’Italicum dimezzato è una follia

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Sarà strano, ma in politica nulla  lo è, che proprio taluni dei partiti o movimenti che hanno fatto fronte comune con il segno No al Referendum stiano ora chiedendo a gran voce le elezioni con un mostro giuridico che viene fuori dalla Consulta. Come se nulla fosse accaduto e soprattutto giocando con l'ottimismo dei risultati futuri. 

 

L’Europa ci frena anche su questo aspetto (la fretta del voto)  perché una direttiva europea dice che dopo una riforma elettorale occorre che passi un anno al fine di far digerire al popolo votante i cambiamenti anche nella previsione di organizzarsi per raccogliere le firme per le liste, ecc. Anche per evitare che andando al voto presto si privilegi l’interesse personale di qualche leader autoritario, cosa che peraltro spingeva al No nel referendum, e non quello degli italiani.

Difatti nel testo uscito dalla consulta restano i capolista bloccati, l’unico cambiamento è legato alle diverse presenze dei capilista in più collegi con un sorteggio. Per cui se un cittadino sa che ha votato per Caio il sorteggio porterà Sempronio. Poi c’è questa disparità tra Camera e Senato, perché l’Italicum era legato alla scomparsa del Senato ora rimasto elettivo con tutti i poteri della prima repubblica, dove si vota con proporzionale puro senza premio di maggioranza.

Per cui ciò che accade alla Camera non è detto che capiti anche al Senato: ingovernabilità. Il fatto che fosse legata al Referendum è spiegato in tutta una serie di riflessioni sulla stampa uscite prima del voto del 4 dicembre. Era negli spot elettorali e nelle dichiarazioni di voto rintuzzate ai renziani che candidamente lo escludevano. Davvero strano che ora i referendari del NO vogliano andare al voto con questa legge “referendaria” che è una fregatura.

Ora, un altro aspetto emerge: siamo tornati nella Prima Repubblica. La ricordate? Quella che costringeva alle alleanze… il pentapartito. Questo vuol dire che, dal momento che nessun partito raggiungerà il 40% almeno con le nuove proiezioni statistiche dei sondaggi (e adesso si vuole votare) occorreranno grandi intese tra i partiti. E se anche un partito raggiungesse il 40% avrebbe la governabilità alla Camera e non al Senato dove si vota con un sistema proporzionale puro senza premio di maggioranza.

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