PALLIARE
Basta giocare con pugni di parole,
biglie di vetro opalescenti di me bambino,
basta illudere il candore della pagina,
il bigio delle mie pareti,
il loro perdersi più in là delle nuvole.
Oggi voglio grattarmi l’ombelico,
risolvere qualcosa di concreto
per la mia esistenza pruriginosa,
per volatili altre gioie
non bastano le parole
con il loro carico di speranze.
L’ARRIVO
Breccia buttata
al centro dello stagno,
quasi nulla.
Anello dopo anello
si allarga la vita
nella bellezza e nell’amore
dentro lo stupore di fiori di loto
dischiusi dal profumo del sogno.
Pare volare fuori
da ogni cerchio l’anima,
finché prigioniera e stanca
l’onda arriva
sul duro appuntito di sponde che rompe,
quasi una risacca
sino al centro di nuovo,
di nuovo scheggia,
quasi nulla.
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