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Martedì, 07 Febbraio 2017 08:44

Rovigo - «Quando mamma e papà fanno gioco di squadra»

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“Quando mamma e papà fanno gioco di squadra”ne ha parlato Paola Cosolo Marangon all'incontro della Scuola genitori


L'importanza della coesione educativa, è stata al centro del terzo appuntamento con la Scuola Genitori, tenutosi nei giorni scorsi al cinema-teatro Duomo. Perché "quando i genitori, anche quelli separati, fanno squadra i figli crescono meglio". È Paola Cosolo Marangon (consulente e formatrice CPP) che ha raccontato durante il primo appuntamento dell'anno di SG cosa s'intenda per coesione genitoriale.  In breve, significa saper gestire assieme, con una strategia comune, il compito proprio di essere genitori.
Detto così sembra semplice, ma poi in realtà si vedono spesso troppi bambini e bambine elastico, tirati di qua e di là, impegnati a soddisfare le richieste dell’uno o l’altro genitore a volte con una sofferenza interiore molto alta. E non si tratta, come si potrebbe pensare, solo di figli di coppie separate, ma anche di piccoli che vivono situazioni molto comuni in cui gli adulti non si parlano, agiscono senza consultarsi, fanno ognuno di testa propria per poi arrivare quando ci sono problemi a scaricare la colpa sull’altro.

Ma perché deve essere tanto difficile, da parte dei genitori, fare squadra? Chiedere coesione è davvero troppo?
Quando c’è un piano condiviso si dialoga, si utilizza la conflittualità per confrontarsi, si attiva un percorso di stima reciproca e i bambini e i ragazzi riscoprono il valore della fiducia nell’adulto. E questo sicuramente non è poco.
La coesione è un processo che porta come primo risultato alla condivisione di un senso dell’educare – ha spiegato Paola Cosolo Marangon di fornte ad una sala gremita -. È opportuno, è utile, è importante che scuola e famiglia imparino a collaborare. Insegnanti e genitori devono essere capaci di intavolare discorsi costruttivi a partire da un patto educativo. L'obiettivo è che si crei quella cornice valoriale che consente ai piccoli e meno piccoli di sentirsi protetti perché guidati da adulti consapevoli della strada che stanno tracciando.

Ci sono 4 regole che possono facilitare questo tipo di percorso.
La prima dice che i figli non possono decidere al posto dei genitori. Oggi c'è una forte tendenza a coinvolgere i minori nelle scelte, quando invece devono essere gli adulti a chiarirsi tra loro e a dare indicazioni comuni.
Si arriva immediatamente al punto 2: meglio parlare con l’altro genitore prima di agire sui figli, per evitare di sottoporli all’inutile e stressante esercizio di cercare di capire se i genitori sono d’accordo tra di loro. Per migliorare il gioco di squadra della coppia serve ridurre le parole che utilizziamo con i minori e aumentare quelle che si rivolgono all’altro adulto.
Ancora più semplice il punto 3: parlare uno alla volta. La tecnica è semplice e parte dal presupposto che il figlio, nel momento in cui le cose gli vengono ripetute, potrebbe avere l’impressione che mamma e papà non si fidino l’uno dell’altro.
Infine, regola numero 4: anche tra separati va cercato un accordo comune.  È una strada un po' in salita, ma porta vantaggi per tutta la famiglia. Ed è un grande aiuto, mentre i figli crescono.
La serata rientrava nel ciclo di incontri dal titolo “Il coraggio di educare”, promossi dal Centro psico pedagogico in collaborazione con l'Istituto comprensivo Rovigo 2, la parrocchia Duomo e il gruppo teatrale “Il Principe”, con il patrocinio del Comune di Rovigo.

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