ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 13 Febbraio 2017 00:00

Le elezioni fra chi le vuole e chi frena, il caos a Roma e l'economia secondo Monti ci riporta indietro

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Questa la cronaca della domenica in attesa delle riunioni del Pd della prossima settimana. Una domenica politica che sembra uno spartiacque in pieno clima carnevalesco. La politica si riveste col vestito buono in vista di elezioni. 

Elezioni che per Silvio Berlusconi non sono da prevedere a giugno. Per il leader di Forza Italia le elezioni prima di novembre sono impossibili. Portare il Paese alle urne in queste condizioni è da irresponsabili": in un'intervista a Repubblica, il leader di Forza Italia ha anche lanciato una frecciata a Matteo Salvini che a volte, ha osservato, "in pubblico fa un po' lo sbruffoncello". Il leader leghista, afferma Berlusconi, "sa che non può essere lui il candidato premier, sul programma siamo d'accordo al 95%, solo sull'uscita dall'euro siamo in disaccordo" perché' "sarebbe velleitario".  L'ex premier ha ribadito di essere pronto a scendere nuovamente in campo: "Sono in attesa di una sentenza della Corte di Strasburgo che mi restituisca il diritto di presentarmi al giudizio degli elettori, rimediando a una grave ingiustizia che ritengo di aver subito". Berlusconi ha spiegato di puntare a una riforma elettorale "completamente proporzionale" e ha assicurato che di certo Forza Italia non darà mai il suo sostegno a un governo guidato dal M5S.

E per parlare di M5S dobbiamo riprendere il discorso fatto da Di Maio nella trasmissione di Lucia Annunziata. La giornalista è apparsa sulla difensiva quando ha dovuto ammettere che anche i giornalisti sbagliano; il merito era legato ad un articolo di un collega che parlava di diversi incontri del vice-presidente della Camera con Morra che nella prossima settimana sarà ascoltato dai magistrati in carcere. Di tutti i presunti contatti senza prove ma solo con fonti giornalistiche uno solo è stato confermato: l’incontro alla Camera come routine di incontri del responsabile degli enti locali del M5S; “Io ho incontrato una volta quel signore. E quel signore purtroppo era uno con due lauree, faceva parte della Guardia di Finanza e aveva due onorificenze della presidenza della Repubblica. Poi è stato arrestato e non devo giustificare nulla” Ma in quel caso, “il Movimento chiedeva a Virginia Raggi, e questo lo testimonia il mio incontro, di rimuovere questo signore dal suo Gabinetto già dall’estate del 2016. Quell’incontro – prosegue l’esponente del M5S – serviva ulteriormente per ribadire che quel signore non aveva la nostra fiducia, la mia, quella di Davide Casaleggio e quella di Beppe Grillo”.

Di Maio ha poi ricordato che dopo il suo incontro con Marra “nel quale ho ribadito la mia opinione che dovesse andare via dal gabinetto ho continuato di chiedere alla sindaca di rimuovere questo signore. Poi siamo arrivati anche a momenti pubblici in cui Grillo ha chiesto a settembre la stessa cosa. Quindi quello che si vuole far passare per mia responsabilità in realtà è responsabilità del sindaco di Roma che si è già scusato e, proprio da quelle scuse siamo ripartiti per una nuova fase del Comune di Roma. Comune che resta nel caos per la storia di Paolo Berdini. Con il nuovo estratto di nove secondi della conversazione con un giornalista de La Stampa, pubblicato sul sito del quotidiano, l'assessore capitolino all'Urbanistica si è messo ulteriormente nei guai. Nuovi risvolti che accelerano l'uscita di scena dell'assessore già "commissariato" dalla sindaca Virginia Raggi che ora potrebbe assumere le sue deleghe - Urbanistica e Lavori Pubblici - in attesa di trovare un sostituto. Il tutto accade però in un momento particolarmente delicato che vede in ballo, tra le altre cose, le tanto attese decisioni sullo stadio della Roma. 
 

Berdini verso l'uscita

"No, ora è impossibile salvare Berdini". Anche chi fino in fine ha difeso l'assessore dopo la diffusione del nuovo audio si arrende. Nel retroscena ricostruito dal Messaggero oramai il destino dell'assessore sembra essere segnato: a Virginia Raggi, questa volta, potrebbe toccare l'interim dell'Urbanistica. In attesa di trovare uno o due nuovi assessori, e ricomporre ancora una volta il giocattolo. E non è la prima volta: la prima, a settembre, era iniziata - con le dimissioni di Marcello Minenna e l'assessorato al bilancio rimasto vacante (con l'interim alla sindaca) per un mese esatto, fino all'approdo di Andrea Mazzillo in sala delle Bandiere. Poi il mini rimpasto di dicembre, con Pinuccia Montanari all'ambiente al posto di Paola Muraro. E nello scenario dipinto sempre dal quotidiano romano anche per Beppe Grillo e Davide Casaleggio, Paolo Berdini risulterebbe "indifendibile".
 

Nove secondi

 Su Facebook ieri il giornalista della Stampa Mattia Feltri ha rincarato la dose. "Nove fantastici secondi di Berdini" così titola il post. 

Intanto Romeo cambia l'intestazione delle polizze vita

"Durante la settimana ho modificato l'intestazione delle polizze vita che avevo stipulato indicando come beneficiaria in caso di mia morte Virginia Raggi, così come lei aveva pubblicamente richiesto il giorno in cui è venuta a sapere che avevo sottoscritto diverse polizze aventi come beneficiari alcuni miei amici". Lo scrive sul suo profilo Facebook Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica del Campidoglio. "Come già detto, mi dispiace profondamente aver creato ulteriore disagio e imbarazzo alla sindaca, a persone ed amici totalmente all'oscuro delle mie scelte: i miei investimenti finanziari, i miei conti e le mie attività riguardano esclusivamente me. Ho chiarito quanto dovevo con i magistrati". 

La domenica politica si chiude con una sola voce che ci riporta con i piedi per terra.

"La linea della flessibilità a oltranza ha consentito di eludere il nodo urgente di una riforma sostanziale del policy ramework, del modello di politica economica europea, non ha condotto l'Italia a una maggiore crescita e non ha giovato neppure al consenso verso chi l'ha promossa e cavalcata". Lo dice al Corriere della Sera l'ex premier Mario Monti. "Perseverare -avverte - sarebbe davvero diabolico. Soprattutto quando si avvicina l'eventualità che la Commissione, per salvare la sua reputazione, sottoponga l'Italia alla procedura per disavanzo eccessivo". 

"Il nostro Paese - spiega il senatore a vita - assoggettato a taleprocedura dall'autunno 2009, era riuscito a liberarsene nella primavera 2013. Sarebbe paradossale e - come ha sottolineato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - nocivo per la nostra immagine, per il credito del Paese, per i tassi di interesse, per il sistema bancario e perfino per il grado di sovranità economica dell'Italia se, dopo quattro anni in cui il contesto internazionale e' stato particolarmente favorevole, dovessimo ripiombare in una condizione dalla quale eravamo riusciti a sollevarci". 

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