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Mercoledì, 15 Febbraio 2017 00:00

San Valentino e Lupercalia

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Il sito http://www.focus.it/cultura/storia/san-valentino-storia fa una ricostruzione affidabile della celebrazione di san Valentino come festa degli innamorati.

Attribuisce la vera origine moderna-letteraria

Geoffrey Chaucer, l'autore dei Racconti di Canterbury che alla fine del '300 scrisse - in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia - The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino. Che così divenne il tramite ultraterreno della dimensione dell'Amore cortese.

A me piace il precedente di epoca romana dei Lupercalia

Nudi e frustati. In particolare il clou della festa si aveva quando le matrone romane si offrivano, spontaneamente e per strada, alle frustate di un gruppo di giovani nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco. Anche le donne in dolce attesa si sottoponevano volentieri al rituale, convinte che avrebbe fatto bene alla nascita del pargolo.

In fondo, ad alleviare il dolore bastava lo spettacolo offerto dai corpi di quei baldi giovani, che si facevano strada completamente nudi o, al massimo, con un gonnellino di pelle stretto intorno ai fianchi.

Per "battezzare" la festa dell'amore, il Papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati.

Il nome lu.per.calia zumero-accado lu.per.kal.ia significa: “luogoia eccellente kal (del) tronopar/barag dei soggettilu”.

Lu è plurale in questo caso:

lu

   n., many; much; man, men, people; sheep.

   v., to be/make numerous, abundant; to multiply, increase; to mix; to graze, pasture (reduplication class [?]) (cf., lug; lu3).

mentre l’importantissimo ‘per’ è variante di par ‘trono’:

 

barag, bara2, bar2, para10, par6 (per nds); bara5,6

   n., throne dais; seat of honour;   ruler, cult platform, base, socle; sanctuary, chapel, shrine; stand, support; crate, box; cargo; sack; sackloth, penitential robe; chamber, dwelling, abode (container plus ra (g), ‘to pack’) [BARA archaic frequency, ZATU].

  v., to comb out; to filter; to recover dehulled sesame seed kernels from the surface of saltwater with a comb, sieve, or coarse sackcloth.

  Adj., combed, filtered (said of wool, goat hair, sesame perfumes, flax).  

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