ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 18 Febbraio 2017 00:00

Torre di Babele

Written by 
Rate this item
(0 votes)

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 


Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 
Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". 
Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 
Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 
Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". 
Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 
Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 8,34-38.9,1. 
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà». 
Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? 
E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? 
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». 
E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».

Il libro La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea di Umberto Eco edito da Laterza nel 1993 ha in copertina l’immagine della torre di Babele in crollo dal soffio di Dio per significare la favola.

Ad un anno dalla morte dell’autore col cognome Eco, in zumero e.ku, ‘casa. battito’ io denuncio il cattivo maestro, che ha viaggiato con un salmone –Come viaggiare con un salmone è il suo ultimissimo libro-.

Io viaggio con Gesù, invece.

Il libro precedente fu Papè Satàn Aleppe a sfottere il credo di Dante (e mio) nella locuzione che leggo nel nome del demone della perdita della conoscenza Antasubba vel ba.bu.satan letto riverso; papu satàn è la locuzione accadica (di 4.000 anni).

Dunque, non leggerò il suo Storia della civiltà europea pubblicizzato da la Repubblica del 16.02.17 a pag. 44 e a pag. 24 del 17.02.17 per non dover perdermi in una critica astiosa, magari puntualmente erronea.

È uno che ha letto molto e sta diffondendo la visione ignorante della lingua.

Piuttosto, io rinnego me stesso (come invita Gesù) confuso nella società liquida, giustamente osservata da Eco, e vi invito a leggere il paleonimo Sennar vel Sen.na.ar con la convinzione che la Bibbia, bib.bi.a ‘semea apposto al demone bib.bi, che pesa la parola per portarla in perdizione, continua a parlare. Va da sé: se il non interpretato Sennar non dice nulla alla società liquida, uno che cerca può leggere nar in nardo in nar.du8, il profumo usato per i piedi di Gesù da Maria Maddalena [Gv., 12] ed il fiore in stemma di papa Francesco, narro in nar.ru, il sole accado, che unisce in zumero:

nar

  singer; bard; musician (loan from Akkadian naru II, “musician”, which derives from Akk. Naru I, “river” in the same way that Sumerian nab means both ‘ocean’ and “musician”) [NAR archaic frequency].

 

ru

   n., present, gift, offering [RU archaic frequency].

    v., to blow; to gift; to offer; to pour out; to inflict; to send (cf., rug2) .

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 
Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 

Gli uomini non hanno ancora costruito la torre di bab.il, ‘porta (di) Il’, in zumero.

Il è il più antico nome del Dio uno, secondo Robert A. Di Vito, Studies in third millennium sumerian and akkadian personal names, Roma, Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1993: 235 the element il.

Dunque, il paese di Sen.nar vel Sennaar era nel contesto della terra, la terra di Uz dell’uomo chiamato Giobbe, vel Zu di En Zu, con una sola lingua e le stesse parole. In particolare la lingua era in din.gua, ovvero eme gir, lingua di kal.am:

kalama, kalam [UN]

  the land (of Sumer); nation (of Sumerians) (kal, ‘excellent’, + eme, ‘speech, speaking’ ?) [KALAM archaic frequency) .

UN da leggere UNU, uno, kal-am, ‘-che venga—am l’eccelso kal’ dove ka.al ‘ ‘anima.alta’ vel ba.al. Kal-am può venir letto Kal-ma. Ed è calma di Vento, Il, da leggere Lil, vel En lil, ‘Signor vento’ vel lo Spirito.

Leggo Sen. nar ‘cantorenar (della) lunasen’.

Leggo sen.na.ar ‘apparenza-ar generazione-na- della dea Lunasen’ per poi dettagliare l’importantissimo paleonimo.

La luna:

dsuena, dsuen [EN.ZU]

  the moon (su2, ‘knowledge’, + en2, 3, ‘time [recte: Signora, + - /ak/, ‘of’).

en

   n., dignitary; lord; high priest or priestess; ancestor (statue); diviner [EN archaic frequency].

  v., to rule.

  adj., noble (cf., uru16 [EN] (-n)).

zu, su2

  n., wisdom, knowledge.

  v., to know; to understand; to experience; to be familiar with; to inform, teach (in maru reduplicated form); to learn from someone (with –da-); to recognize someone (with –da-); to be experienced, qualified.

  possessive suffix, your (singular).

pron., yours.

Su-en  lascia i grafi she-en vel shen vel shin:

she-en

  Emesal dialect for sim, sin2musen, ‘swallow’ bird; for sag, ‘head’; for nin, ‘lady’/terrore nds; for nin9, ‘sister’/ correttissimo: la luna è sorella del sole; for nig2 ‘thing’, -da leggere nigin, ‘circolo.

Ricordo l’insegnamento di Licinio Glori che nel 1956 scrisse:

Fu rito della scrittura sumerica incidere Enzu e leggere all’inverso Zuen (semplificato Sin = Luna) […] .

Osservo ‘assurdo’ in ab.zu- ur.du, ordine abzu:

abzu [ZU.AB]

the ‘sentient’ sea –the sea personified as a god (aba/ab, ‘sea’ + zu, ‘to know’; Akk. apsu(m), ‘(cosmic) underground water’) [ABZU archaic frequency].

 

arad (2), urdu (2), ir 3, 11

   (male) slave; servant; subordinate (cf., ir3) (Akk., loanword from wardum, ‘male slave, man servant’) [IR11 archaic frequency; 10] .

È assurdo che si possa scrivere ZU.AB:

ZU.AB

  (cf., abzu) .

E dettagliare ab.zu col rinvio corretto senza comporlo con ur.du e, soprattutto, senza domandarsi: ma non devo dedurne il giro che mi spinge alla lettura circolare del zumero, eme gir, ‘giri del me’?

Read 1145 times

Utenti Online

Abbiamo 1232 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine