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Giovedì, 23 Febbraio 2017 05:46

Scoperti 7 pianeti simili? Il fisico astronomo Venosi, «grande entusiasmo, ma le probabilità di altre forme di vita sono molto piccole»

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L’annuncio, che una stella nana distante dal nostro sistema solare 39 anni luce (equivalente a 236 milioni di volte il giro della Terra!) la TRAPPIST-1, circondata da 7 pianeti con dimensioni simili al nostro pianeta è comparso oggi sulla rivista Nature.

La scoperta è frutto di una collaborazione internazionale.  

Il primo autore è Gillon dell’Istituto STAR all’Università di Liegi in Belgio. La stella TRAPPIST -1 appartiene alla costellazione dell’Acquario ed è molto piccola.  La sua massa è pari all’8% di quella del Sole. Tre di questi pianeti potrebbero avere un’atmosfera e oceani di acqua allo stato liquido. Sei di questi pianeti ruotano su orbite, che giacciono in zone con temperature variabili, tra zero e 100 gradi C. Il monitoraggio delle stelle più piccole vicine al Sole è iniziato sette anni fa, da parte del team degli astronomi guidati da Gillon dell'Institut d'Astrophysique et Géophysique. La scoperta di tre pianeti risale, a maggio dello scorso anno.

E’ stato questo team, a battezzare la stella nana rossa con il nome di TRAPPIST-1 dal nome del telescopio di piccole dimensioni utilizzato, per rilevare piccoli pianeti in transito. In un secondo momento le osservazioni sono state approfondite utilizzando il telscopio spaziale SPIZER della NASA, pervenendo al risultato che i pianeti ruotanti intorno alla stella sono sette.  Questo sistema di pianeti è molto simile, a quello rappresentato dai quattro satelliti galileiani di Giove (Europa, Callisto, Io e Ganimede). Il sistema è stato contrassegnato con lettere 1b, c, d, e, f, g, h (a ogni pianeta corrisponde una lettera in ordine di distanza dalla stella madre). Considerando la temperatura tipica della nana rossa e, utilizzando un modello climatico si stima, che il quarto, il quinto e il sesto pianeta (e, f.g) molto probabilmente hanno una atmosfera e un oceano simile, a quello della Terra. I pianeti più vicini alla stella (1b, c, d) si stima, che a causa di un elevato effetto serra, l’acqua sia tutta evaporata.

Mancano completamente i dati sul settimo pianeta. Dati più precisi potrebbero venire dal telescopio spaziale Webb frutto della collaborazione della NASA, dell’Agenzia Spaziale Europea e di quella canadese, sarà lanciato nello spazio a ottobre 2018. La straordinarietà di questa scoperta sta nel fatto, che sono pianeti di tipo terrestre ovvero rocciosi e orbitano nella zona cosiddetta di abitabilità quindi con atmosfera e acqua allo stato liquido.

Caratteristiche di sistema finora mai riscontrate. Saranno proprio i telescopi di ultima generazione come il citato Webb e l’E-ELT (European Extremely Large Telescope), a consentire di verificare se su pianeti fuori dal sistema solare e, forse anche di indagare sulla presenza di qualche forma di vita. Il numero dei pianeti extrasolari scoperti negli ultimi anni ammonta, a un migliaio.  Quest’alto numero ha scatenato l’entusiasmo degli astrobiologi, che pensano che potremmo essere vicini alla scoperta di qualche presenza di altri abitanti dell’universo. 

In verità questo entusiasmo è stato ridimensionato pochi anni fa da una ricerca di un biologo, Joyce. Le possibilità, che ci siano altre forme di vita nell’Universo sono molto piccole.  I fattori che definiscono la vita secondi Joyce e come la conosciamo si fondano sulle cellule, che sono in grado di autoreplicarsi, trasmettendo il DNA, che è informazione alle generazioni successive. La vita segue le leggi di selezione naturale dando origine, a organismi più complessi. L’ingrediente di base è rappresentato da materie prima ad alta energia, che sono trasformate in prodotti a energia minore, che servono al metabolismo. Senza questi “ingredienti” e funzioni non si può parlare di altre forme di vita.  In laboratorio è stato ottenuto dal biologo Craig Venter un batterio artificiale denominato “Syn 3.0”, che ha 473 geni (noi ne abbiamo 30 mila) quindi un DNA, che gli consente di vivere ma resta comunque una variante della cellula. Noi conosciamo solamente un tipo di vita e quindi diventa arduo determinare quanto probabile sia l’esistenza di altre forme di vita nell’Universo.

http://www.nature.com/nature/journal/v542/n7642/full/nature21360.html

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