Il consiglio comunale di Taranto con delibera n.36/2016 impegnava l’amministrazione comunale a redigere un progetto per la riqualificazione di Piazza Marconi che la giunta ha completamente disatteso, riducendo tale opera pubblica all’abbattimento del chiosco esistente.
Il consiglio comunale aveva, invece, specificamente enunciato che si doveva valorizzare l’antica fornace dissotterrandola, realizzare un sistema di videosorveglianza, risistemare le aree a verde esistenti e la circolazione stradale attorno il perimetro della piazza, dopo aver interessato la Asl per l’arretramento del muro di cinta dell’ospedale SS. Annunziata su Via Dante.
Nonostante non sia stato realizzato niente di tutto questo il sindaco e la giunta hanno convocato gli organi d’informazione per annunciare una falsa riqualificazione della piazza che prevede, esclusivamente, l’abbattimento del manufatto fatiscente ed, al suo posto, la creazione di un aiuola. Oltretutto non si prevede la sistemazione di panchine, di giochi per bambini, di una fontana e di nessun altro tipo di arredo urbano. Del resto, quella che dovrebbe essere un opera pubblica, come la riqualificazione di una piazza cittadina, verrà realizzata da una cooperativa sociale individuata dalla direzione del patrimonio, invece che progettata e gestita dalla direzione competente del lavori pubblici. Da qui, come emerge dal procedimento amministrativo, si comprende che trattasi di una “non” riqualificazione, in quanto la cooperativa incaricata nel preventivo di spesa presentato al comune evidenzia come uniche opere da realizzare le aiuole che sorgeranno al posto del manufatto abbattuto. Un manufatto rimasto senza affidamento per colpa della stessa amministrazione che ha cercato a tutti i costi di assegnarlo a titolo oneroso accollando ad eventuali soggetti interessati anche la cura del verde circostante; un’amministrazione che piuttosto che pubblicare un avviso rivolto ad associazioni no profit per un affidamento gratuito, ha preferito abbattere il manufatto dinnanzi a telecamere ed a macchine fotografiche. Un epilogo vergognoso che il sindaco e l’assessore Cotugno, incapaci di costruire ma capacissimi nel demolire, hanno definito come segnale di rinascita, neanche stessero lasciando alla città chissà quale grande opera di riqualificazione urbana.
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