Oggetto della ricerca il legame tra la conoscenza dei RAEE e la loro gestione corretta dei cittadini e la conoscenza dei decreti che regolano in Italia il conferimento di RAEE.
Nel dettaglio la ricerca ha indagato su:
La notorietà dei RAEE e il livello di rischio percepito,
Il quantitativo di apparecchiature a rischio nelle abitazioni e le modalità di conferimento,
Chi ha la responsabilità degli scarsi risultati di raccolta,
Notorietà della normativa sui RAEE: decreto uno contro uno e uno contro zero,
Le potenzialità del decreto uno contro zero nell’aumento della raccolta.
L’indagine ha coinvolto 2.121 persone su un campione stratificato e casuale, rappresentativo dei cittadini maggiorenni residenti in Italia e selezionato in base a quote per genere, età, area geografica, e ampiezza dei centri abitati.
Tra i principali dati che emergono dalla ricerca segnaliamo:
Meno di un intervistato su 4 (18%), una quota ancora marginale di popolazione, riconosce correttamente i RAEE. Due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto.
Le principali fonti di informazioni sui RAEE, per i cittadini che li riconoscono, sono l’amministrazione pubblica (31%) o le aziende di igiene urbana (31%). Solo in un 10% dei casi le informazioni sono state fornite dai relativi negozianti.
Nelle abitazioni degli italiani le apparecchiature “a rischio”, ovvero non più in uso oppure non più funzionanti (e che quindi potrebbero essere dismesse in modo non corretto) rappresentano il 7,4% del totale posseduto.
In merito alle modalità di dismissione, fortunatamente prevalgono i comportamenti virtuosi, nel 60% dei casi tramite il ricorso alle società di igiene urbana e nel 9% dei casi tramite i negozianti, ma le cattive abitudini di conferimento pesano ancora il 17%.
Fonte: Ecodom
Il comunicato stampa contenente una sintesi dell’indagine è disponibile al seguente link.
Il Rapporto completo è disponibile al seguente link.
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