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Sabato, 04 Marzo 2017 09:56

Violante su Consip, «perché è sbagliato uso inchieste nella lotta politica»

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"La politica pensa di essere forte usando gli strumenti della giustizia: ma in questo modo sancisce la propria subalternità alla magistratura". Lo afferma in una intervista a 'La Stampa' l'ex presidente della Camera Luciano Violante che aggiunge:

"I problemi non riguardano solo il Pd o i Cinque Stelle o il gruppo Ala; riguardano il Paese. L'uso spregiudicato delle inchieste nella lotta politica, da chiunque fatto, indebolisce la democrazia, che è una costruzione fragile: se sottoposta a stress continui, rischia di spezzarsi".

Circa le persone finite nell'inchiesta Violante spiega: "Indagati non vuol dire condannati: il problema e' che forze politiche deboli usano le iniziative giudiziarie come armi contro gli avversari.

Lo fanno tutti. Ma eviterei di usare termini come assedio o accerchiamento". Quanto al rischio che questa inchiesta possa avere ripercussioni sul governo "Gentiloni - aggiunge Violante - sta facendo bene e sta costruendo una collocazione del governo di tipo istituzionale, più che dipendente dai partiti della maggioranza. Spero nel senso di responsabilità delle forze politiche: ci sono all'orizzonte la trattativa con l'Europa, i trattati di Roma, il G7, non mi sembra il caso di affrontarli con un governo in crisi".

Il caso Consip si è abbattuto sulla politica italiana. E all'orizzonte, tra la mozione di sfiducia dei Cinque Stelle nei confronti del ministro Lotti, i numeri ballerini al Senato e le pressioni per convincere Renzi a spostare Congresso e primarie del Pd, si profilano nuove instabilità che mettono in allarme il governo.

Mozione di sfiducia M5S nei confronti di Lotti

Una "bomba atomica sulla politica italiana, non si può fare finta di niente". Così Beppe Grillo ha definito sul suo blog lo scandalo Consip, che ha portato all'arresto di Alfredo Romeo con l'accusa di corruzione. Poco dopo i capigruppo M5s alla Camera e al Senato, Vincenzo Caso e Michela Montevecchi, hanno annunciato "una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dello Sport, Luca Lotti" in entrambi i rami del Parlamento.

Nemmeno il Governo è al riparo

E' grande la preoccupazione a Palazzo Chigi per i risvolti che il caso Consip rischia di provocare e, per questo motivo, Paolo Gentiloni segue con attenzione l'evolversi degli eventi. La maggioranza, infatti, dopo la condanna di Denis Verdini - capofila del gruppo di Ala che al Senato si è spesso rivelato decisivo per il governo - si fa due conti. Soprattutto in vista della mozione di sfiducia dei Cinque Stelle nei confronti del ministro Luca Lotti. La domanda che tutti si fanno è come si comporteranno gli scissionisti del Pd. Intanto l'esponente della minoranza Pd, Gianni Cuperlo, chiede al ministro di "fare un passo indietro".  Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, assicura in un'intervista a La Stampa che "l'inchietsa Consip non avrà alcuna influenza" e la mozione di sfiducia "non ha fondamento".

Pesano le posizioni di ex Pd e FI

A sostegno di Gentiloni i numeri parlano di 167 senatori, secondo il conteggio fatto da Repubblica. Ma c'è sempre l'incognita dei 14 del Movimento democratici e progressisti che, per il momento, non si schierano ma lanciano un avvertimento: "Chi ha responsabilità non metta la testa sotto la sabbia - dice Roberto Speranza, leader del Mdp - e faccia chiarezza con un linguaggio di verità". Anche Forza Italia non ha ancora una posizione. Ma "Personalmente - dice Maurizio Gasparri capo dei senatori forzisti - ritengo che se altri gruppi oltre al M5S presenteranno mozioni di sfiducia a ministri come Lotti sia difficile non sostenerli". 

Il Pd nell'occhio del ciclone

All'interno del partito democratico la preoccupazione è tanta.  A pesare sul Pd c'è anche la questione delle possibili infiltrazioni camorristiche nella vicenda tesseramento in Campania. Per lasciar decantare, riporta il Corriere della Sera, Franceschini, Fassino e Martina vorrebbero convincere Matteo Renzi a posticipare Congresso e primarie per evitare che il confronto si trasformi in una battaglia intestina.  (agi)

 

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