L'annuncio ufficiale è arrivato al temine del consiglio di amministrazione, che si svolto oggi e che è durato circa due ore. Un board che, come era nelle premesse, non è stato ancora quello risolutivo e definitivo e che è stato aggiornato sul processo di condivisione con gli azionisti del piano di rilancio, alla luce del lavoro svolto dall’advisor Roland Berger che sta redigendo una valutazione indipendente del piano stesso.
Il prossimo appuntamento del cda potrebbe essere convocato giovedì o venerdì prossimi. L'amministratore delegato di Alitalia, Cramer Ball, ha anche aggiornato il consiglio di amministrazione sulla situazione finanziaria dell'azienda. Una situazione "complessa" (la disponibilità di cassa dovrebbe reggere ancora fino a metà aprile) che vede gli sforzi concentrati sul versante della riduzione dei costi, uno dei capisaldi del nuovo piano industriale.
Ball ha confermato che la compagnia è in linea con l’obiettivo di arrivare a una riduzione dei costi pari a 160 milioni di euro nel solo 2017, così come annunciato nel cda di gennaio. Cifra, questa, che non comprende le misure sul costo del lavoro e che è destinata a crescere con ulteriori tagli (sempre non relativi al costo del lavoro) che sono stati identificati per qualche decina di milioni di euro e potranno essere realizzati nell’arco di piano.
Del resto, è proprio su questo fronte che si è consumato in queste settimane un serrato confronto tra i vertici e gli azionisti della compagnia, che, banche in primis, hanno chiesto azioni incisive e profonde di ristrutturazione taglio dei costi. E, in questa prospettiva, non è certo un caso, se queste abbiano indicato per un incarico al vertice un top manager dal profilo di Luigi Gubitosi, ex cfo di Fiat, amministratore delegato di Wind e direttore generale della Rai.
Una partita, quella della governance, della quale non si sarebbe parlato oggi in cda, che, evidentemente, si lega a doppio filo con quella del varo del nuovo piano industriale e che, secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti vicine al dossier, "sarebbe, a meno di un'accelerazione nelle prossime ore, ancora aperta". Gubitosi, infatti, starebbe valutando le condizioni per un suo approdo nella compagnia e "la riserva non sarebbe ancora stata sciolta".
Il confronto, insomma, è aperto anche perché nel riassetto al vertice il socio forte di minoranza, Etihad, vorrebbe mantenere la presenza di un manager esperto del business del trasporto aereo, come Ball. Un quadro, questo, che vedrebbe l'uscita di Luca Cordero di Montezemolo, che già nello scorso novembre aveva manifestato la sua intenzione di lasciare per poi rimanere, su richiesta degli azionisti, visto il momento di forti turbolenze.
Ma c'è poi il capitolo più spinoso sul quale ora si dovrà necessariamente e ineludibilmente alzare il velo, quello del costo dl lavoro. L'allerta dei sindacati è massima: i rumors continuano a parlare di esuberi fino a 2000 euro unità con un taglio delle retribuzioni del 30%. E, con questi numeri, le organizzazioni di categoria avvertono che con queste premesse la trattativa è impossibile.
Il piano dovrà passare al vaglio del Governo, che, ormai due mesi fa, aveva chiesto un piano dettagliato e condiviso prima di poter parlare di esuberi. In uno scenario ancora estremamente complesso, Alitalia mostra segnali di miglioramento delle proprie performance commerciali a gennaio. Il load factor (tasso di riempimento degli aerei), nel primo mese del 2017, ha registrato un valore medio del 78%, con una crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 4,4 punti percentuali. Le vendite di biglietti che sempre a gennaio hanno registrano un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Anche i dati preliminari relativi al mese di febbraio appaiono incoraggianti, sottolinea l'aviolinea. Sul fronte operativo la Compagnia ha registrato un tasso di puntualità a febbraio dell’88,9%.
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