La prova è che continuano ad aumentare “i reati commessi da persone immigrate, che di certo non sfuggono né dalla fame, né dalla guerra, né dalle discriminazioni, ma semplicemente hanno capito che l’Italia è il ventre molle del mondo intero e che pagare per un reato commesso è purtroppo l’eccezione che conferma la regola”, afferma Zaia.
Prima di “indicare presunti modelli virtuosi e premiare Prefetture efficienti”, bisognerebbe capire come stanno le cose a Cona, Bagnoli e Agna, guardare “l’insulto al buonsenso della Caserma Serena di Treviso”, chiedere “alla brava gente che frequentava i parchi di Mestre prima che decine di sedicenti profughi si appropriassero del racket e dello spaccio di droga”. O, ancora, a “chi frequenta Venezia, destinazione turistica mondiale, dove in poche settimane risultano raddoppiati gli immigrati che mendicano”. Se le cose ci stanno sfuggendo di mano, è “grazie all’ipocrisia buonista italiana e al razzismo istituzionale europeo“, conclude il governatore del Veneto. (agenzia Dire)
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