Gli ispettori analizzando il corposo memoriale stilato dal Comune di Taranto, con il quale l'Ente Civico contro-deduce punto per punto ai rilievi formulati dai tecnici del Ministero nel 2016, rilevano l'adempimento di soli 5 punti sui 32 rilevati.
In sostanza il Comune di Taranto risolve i rilievi n° 6 (Omessa iscrizione in bilancio, tra i residui attivi, delle quote non prelevate dei mutui accesi con al CDP negli anni tra il 1962 e il 1997), 8 (Mancata ricostituzione e trasmissione OSL dei dati relativi al fondo cassa e residui attivi e passivi al 31/12/2006), 14 (Omissioni e ritardi nell'adempimento agli obblighi di razionalizzazione e dismissione delle partecipate), 15 (Assenza di direttive alle società partecipate in materia di reclutamento e politiche del personale) e 26 (Errata quantificazione delle risorse per l'erogazione dell'incentivo per il condono edilizio).
Il superamento di tali irregolarità è dovuto ad idonei interventi correttivi già conclusi o avviati dal Comune, alle argomentazioni giustificative dell’operato dell’Ufficio e ad assicurazioni di esatto adempimento, per il futuro, della normativa vigente in materia.
Per gli altri rilevanti punti, gli ispettori del MEF bocciano duramente le giustificazione del Comune di Taranto, rimandando in più occasioni “al prudente apprezzamento della Magistratura contabile la valutazione degli effetti che i ritardi hanno avuto sulle gestioni degli anni esaminati.”
Le argomentazioni addotte dal Comune, scrivono gli ispettori, non possono ritenersi esaustive al fine di sanare le situazioni pregresse in questione. Dal Ministero, inoltre, raccomandano una più attenta applicazione dei principi contabili in materia di corretta allocazione delle risorse e delle spese al fine di non alterare le risultanze della gestione.
Sulla TARI il Comune di Taranto prende lucciole per lanterne, in quanto sul rilievo relativo al mancato adeguamento della tariffa della TARI risponde facendo riferimento alle modalità di copertura del differenziale tra quanto accertato in entrata e la copertura del costo del servizio. La risposta si rivela un clamoroso auto-goal: gli ispettori notano che nel verbale del 12.7.2016 della Direzione Tributi allegata alle controdeduzioni, gli importi richiamati non corrispondono a quelli indicati dal Collegio dei revisori dei conti nel parere al bilancio di previsione 2015.
L'analisi minuziosa dei tecnici del MEF – concludono gli attivisti di Taras In Movimento – avvalora la tesi sulla presenza di possibili reati commessi in danno dei cittadini, quali il falso in bilancio e il danno erariale. Non ci resta che attendere il lavoro minuzioso della Magistratura ionica e porre fine a questo ennesimo capitolo di mala-gestione della cosa pubblica tarantina.
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