sha-ab+atudu.
Noi, italiani, abbiamo spostato la festa ebraica del sabato nella domenica, il giorno del Signore e della sua Resurrezione.
L’aggettivo ‘abituato’ è < lat. habito (da habeo, ho it.), ‘disposto, tale’, che enuncia il verbo fondamentale ‘avere’.
È zum. hp: habi2-tu15+atudu.
ha-bi2-
writing of modal prefix ha - + conjugation prefix /bi-/ in NS period –ThSLa&304.
tu 15
(cf., tumu –wind-).
Habitudo, dinis (abl. habitudine), ‘costituzione esteriore’ espone la caratteristica esterna, molto più chiara dell’italiano, che è interiore (‘disposizione ad agire in un determinato modo acquisita con la continua e regolare ripetizione degli stessi atti’ ) recupera –atudu.
Questo Atudu è un teonimo zumero!
Giorgio Castellino lo porge in Lamentazione per Lillu:
…
O giovane, tua madre moltiplica gli ahi! per l’amarezza,
tua madre, la regina dei monti, moltiplica gli ahi! per l’amarezza.
Egi-me (principessa degli oracoli –lett. ‘principessa dei me’-), principessa dell’Emah,
[moltiplica gli ahi! per l’amarezza,
Atudu [nome proprio di divinità, rara nei testi], colei che regge i decreti, ahi!, ripete per l’amarezza.
Atudu viene dichiarata principessa dei me, dunque dotata del potere creativo proprio delle prime sette divinità. Infatti, habitu-dine combina edin vel eden, paradiso, con la costituzione interiore, possiamo arguire riconoscendo l’interno di un abitante del paradiso.
Ma, meravigliatevi ora con la parte iniziale della parola nel diz. Halloran:
SHA3.AB2
Creation (‘womb’ + ‘cow’).
sha3-ab
Emesal dialect for sag4, ‘heart’.
Ora, è un ‘miracolo’ il fatto che il teonimo Atudu sia arrivato fino a noi. Io lo leggo in modi alternativi ed equivalenti:
-at.udu: at, Aldilà, udu, nave;
-a.tu15.du8: semea. ventotu. diodu8 , dove ud è ‘sole’.
Dettaglio il primo teonimo:
-at, omologo per pr. con ad, grido (ad-am, ‘vieni’, gridato dal padre: Adam), è reciproco di ta:
ta, da2
n., nature, character (luogo nds) [TA archaic frequency].
Interrogative pronoun in Emesal dialect, the Emesal form of a-na, ‘what?’.
ud, u4
n., sun, light; day; time; weather; storm (demon) [UD archaic frequency].
prep., when, since.
udu
sheep, small cattle, ram, wether (reduplicated ud5, ‘goat’, or u3, ‘pronominal prefix’, + du, ‘to walk’) [UDU archaic frequency] .
UD.DU
(cf., e3, ed2; ara4).
e3 , ed2, [UD.DU]; i
to go out, come out, emerge; to send forth; to issue; to lead or bring out; to consign; to rise; to sprout; to be or become visible; to appear (as a witness); to rave; become frenzied (the original final –d only appears in maru conjugations by the time of written Sumerian) [ED2 archaic frequency].
ara4 [UD.DU]; ar; ra3
v., to shine; to blaze; to appear.
-a
n., water; watercourse, canal; seminal fluid; offspring; father; tears; flood. [ A archaic frequency].
Interj., alas!; oh!; ouch!
tu 15
(cf., tumu –wind-).
du8
v., to crack, loosen, open; to take apart (such as plow for storage); to untie, release; to remit (a debt); to redeem, reclaim; (in math. texts) to compute; to adorn, clothe (reduplicated); to yoke; to accumulate, amass (reduplicated); to make disgorge (reduplicated); to spread; to caulk a boss (with pitch); to gouge (eyes); to bake bread/bricks; to prepare the threshing floor (du8 as a noun, cf., duh) (in maru singular, du8-r or du8-ur and in maru participial form, du8-d).
adj.: free.