La quota d'imposta non pagata che fa capo al lavoro autonomo e impresa passa da 25,5 miliardi a 30,2 miliardi (+18,2%); mentre la parte non versata dal lavoro dipendente (irregolare) da 3,9 miliardi sale a 5,1 miliardi (+30,4%). I dati contenuti nella relazione presentata dal Mef sull'economica non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, elaborati dall'Adnkronos, mostrano che dal 2011 al 2014 c'è stata una crescita in quasi tutte le categorie osservate.
L'Ivarappresenta da sempre il punto debole del fisco italiano, con l'evasione che ammonta a circa un terzo dell'imposta potenziale. Il totale non versato ammonta a 40,1 miliardi nel 2011, così suddiviso: 32,3 miliardi non dichiarato e 7,8 miliardi dichiarato e non versato. Nel 2014 il totale è arrivato a 40,5 miliardi (+1%), con la quota non dichiarata che scende a 32,1 miliardi e il dichiarato non versato che sale a 8,5 miliardi.
Si riduce, invece, la quota di Ires che sfugge al fisco, da 17,3 a 10,9 miliardi (-37,2%). Le entrate contributive a carico del lavoratore dipendente non versate passano da 2,4 miliardi a 2,6 miliardi (+6,7%); crescono di più le entrate contributive a carico del lavoratore che passano da 8 miliardi a 8,9 miliardi (+8,4%). La somma delle entrate contributive non pagate passa da 10,4 miliardi a 11,3 miliardi (+8%).
In controtendenza il trend dell'evasione Irap, che nello stesso periodo registra una riduzione, passando da 8,9 a 8,4 miliardi (-6,2). Il risultato viene ottenuto grazia a una contrazione sia della quota d'imposta non dichiarata, che passa da 7,2 miliardi a 6,8, sia della quota non versata, che da 1,7 scende a 1,6 miliardi. (adnKronos)
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