Con un pizzico di amarezza ma anche tanta soddisfazione, ti racconto quel che è successo nel centro di Taranto lo scorso 2 aprile 2017.
Questo è stato un gran giorno! Perché ha visto coinvolte tante persone di buona volontà che non si sono tirate indietro di fronte alle evidenti difficoltà che scaturiscono da un lungo letargo dal quale la città non sembrava volersi svegliare.
Sappiamo tutti infatti quanto il centro di Taranto versi in uno stato comatoso, non solo per via della chiusura di tante storiche attività commerciali, ma anche per l’assenza di elementi di attrattività capaci di suscitare interesse e presenze.
Già, perché in fondo sono in pochi a chiedersi come mai il centro di Taranto si sia progressivamente svuotato della gente. Certi soloni che fanno un certo mestiere fanno ricadere tutte le accuse sulla Grande Distribuzione Organizzata (leggi: Auchan e Ipercoop), ma in realtà quelle strutture fanno il loro lavoro. Semmai la colpa è di chi se ne è stato buono buono ad aspettare che i miracoli piovessero dal cielo insieme a tutti quei clienti che dovrebbero riempire le casse dei commercianti che giustamente hanno investito tutta la propria vita in quelle quattro mura.
Siccome siamo nel libero mercato, bisognava pensarci trent’anni fa che la Grande Distribuzione avrebbe fatto concorrenza al commercio nel borgo. Non ci vuole un’intelligenza sovrumana per comprenderlo. D’altronde, chi vuole attirare gente nei propri spazi lo fa con le promozioni commerciali e con una serie coordinata di eventi, spettacoli e animazione.
Invece no.
C’è chi nel 2017 pensa che la colpa dei negozi vuoti nel centro di Taranto sia da attribuire ai parcheggi, ai cordoli, a Satana e alla crisi. La verità è un’altra: il borgo si è svuotato per mancanza di attrattività. Da tempo non ricorrono i motivi per andarci: zero eventi, zero proposte, zero elementi di aggregazione sociale.
So bene che non sto dicendo cose nuove.
So bene che tantissimi commercianti del centro di Taranto vanno dicendo questa cosa da secoli. Che le proposte ci sono ma mancano i soldi.
E qui ricasca un’altra volta l’asino.
Non c’è un business al mondo che si possa fare senza soldi.
Voglio dire che se non hai soldi, è meglio chiudere la serranda, spegnere le luci e andare a casa.
La pubblicità costa.
Portare gente nel proprio negozio costa.
Da che mondo è mondo, le persone vanno in qualche posto se hanno motivo per farlo.
E se sei un commerciante, non puoi permetterti di pensare che l’unica pubblicità da fare è quella dei saldi.
Oltre ad adeguare le proposte commerciali alle nuove esigenze, devi anche darti qualche opportunità in più. Cosa che puoi avere solo elevi alla massima potenza il numero di persone che passano davanti al tuo negozio.
E se poi – facciamo chiarezza – la gente passa davanti alle tue vetrine ma non entra, sappi che al tuo negozio manca il marketing, cioè la forza necessaria capace di attrarre le persone al di qua della soglia.
Per un giorno dunque, il centro di Taranto ha dato smacco alla Grande Distribuzione, riempendo il borgo di gente straordinariamente felice, commossa, emozionata.
Il merito va sicuramente ai commercianti della rete Made in Taranto che hanno brillantemente finanziato l’operazione, ma va anche e soprattutto ad un ragazzo che si è reso disponibile con tutta la sua organizzazione fatta di animatori, street band, sbandieratori. Questo ragazzo si chiama Manuel Manfuso ed è presidente della sua associazione Smile, oramai partner consolidato di Made in Taranto per l’organizzazione di eventi.
E’ un piacere lavorare con Manuel.
E’ il quarto evento che organizzo grazie a lui e alla sua capacità creativa ed organizzativa.
A differenza di tanti suoi colleghi, Manuel Manfuso si distingue per la sua grande umiltà e spirito d’iniziativa. Affronta le difficoltà con animo nobile e spirito di sacrificio.
Già da anni il suo talento viene apprezzato a Bari, a Brindisi e a Lecce.
Solo da qualche tempo, grazie alla sinergia maturata nel tempo, anche Taranto riconosce la professionalità con cui, anche domenica scorsa, 2 aprile 2017, ci ha incantati con la sua macchina organizzativa (fonte made in Taranto)
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