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Sabato, 15 Aprile 2017 00:00

Venezuela, ucciso negli scontri anche un quattordicenne una delle vittime è d'origine italiana. Tensione e spintoni anche nelle chiese

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Caracas (Venezuela) - "È stata confermata la morte di un ragazzo di 14 anni, Brayan Principal, colpito da colpi d'arma da fuoco all'addome la scorsa notte" nella città occidentale di Barquisimeto, ha affermato il parlamentare d'opposizione Alfonso Marquina su Twitter. Il parlamentare ha accusato dell'uccisione del ragazzo i sostenitori del governo.

Sempre a Barquisimeto è morto un giovane d’origine italiana Gruseny Antonio Canelón Scirpatempo da tutti chiamato Tony 32 anni: di origine italiana, suo nonno era italiano, sua madre ha sangue italiano, Tony aveva sangue italiano molto conosciuto dalla Comunità italiana di Barquisimento, però non ha passaporto italiano (fonte Ambasciata d'Italia). Per il mondo è un Eroe Venezuelano per noi un fratello con nostro sangue.

Due studenti 19enni sono morti durante precedenti scontri, uno l'11 aprile e l'altro il 6 aprile, secondo le autorità. Nella Settimana Santa la tensione cresce di giorno in giorno nel paese fiaccato dalla crisi economica e dal caos istituzionale.

La messa solenne in occasione del mercoledì santo, celebrata dal cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, è stata interrotta da un gruppo favorevole al governo di Nicolas Maduro, che ha costretto a sospendere la liturgia e avrebbe anche perfino spintonato i celebranti. La messa, celebrata nella basilica di Santa Teresa, è il preludio della processione della statua del nazareno di San Pietro, forse l'immagine sacra più venerata del paese, che è uno degli appuntamenti tradizionali più seguiti durante la settimana santa dai fedeli di Caracas.

Vari dirigenti dell'opposizione -impegnati da oltre una settimana in una serie di proteste di piazza contro il governo- avevano annunciato che avrebbero partecipato alla processione, chiedendo ai fedeli di portare con sé una bandiera, "come segno di rispetto per il Venezuela e per la democrazia". Ancora prima della processione, però, sono scoppiati incidenti dentro alla basilica, con urla contro gli oppositori presenti e scontri con un gruppo pro-governativo. Il cardinale Urosa Savino è noto per le sue posizioni antichaviste, e ha detto in un'intervista che Maduro "non può continuare a proteggere i gruppi armati che agiscono con impunità", in allusione ai "colectivos", i gruppi violenti pro governativi che sarebbero i responsabili delle violenze delle ultime settimane.

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