ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 20 Aprile 2017 00:00

«Lo Stato non c’è, io mi armo» parola di un giudice trevigiano

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Questo il titolo a pag. 6 de il Quindicinale n. 911 del 13 aprile Io, cittadino vittoriese, denuncio l’articolo prendendomi la briga di riprodurlo.

 “D’ora in poi sarò armato”: il giudice trevigiano Angelo Mascolo –con una lettera pubblicata su alcuni quotidiani veneti- ha annunciato di volersi dotare di un’arma per esercitare il suo diritto alla difesa.

Mascolo fa riferimento ad un episodio accadutogli lo scorso marzo: ha sorpassato una vettura che per tutta risposta ha cominciato ad inseguirlo e a dare colpi di abbaglianti. Il giudice è riuscito a raggiungere una pattuglia di Carabinieri, ai quali gli inseguitori hanno detto che Mascolo era stato seguito “per esprimere critiche sul suo modo di guidare”.

Il giudice si pone un problema: “Se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi, che sarebbe successo se, senza l’intervento dei Carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare?”.

E aggiunge: “Se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi –eccesso di difesa, la vita umana è sacra e via discorrendo – da parte dei miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente – ed è qui il grave errore- tenendo conto dei gravissimi stress di certi momenti”.

Il problema della legittima difesa “è un problema di secondo grado – accusa – come quello di asciugare l’acqua quando si rompono le tubature. Il vero problema sono le tubature e, cioè, che lo Stato ha perso completamente e totalmente il controllo del territorio, nel quale, a qualunque latitudine, scorrazzano impunemente delinquenti di tutti i colori”.

Per il giudice, “la severità nei confronti di questi gentiluomini è diventata, a dir poco, disdicevole, tante sono le leggi e le leggine che provvedono a tutelarli per il processo e per la detenzione e che ti fanno, talvolta, pensare: ma che lavoro a fare?”.

La solidarietà di Zaia

“Sono d’accordo con il giudice Mascolo, fotografa la realtà. Aggiungo che è urgente rivedere e ampliare il concetto di legittima difesa: segnali evidenti sono venuti ad esempio dalla sentenza che ha mandato assolto il tabaccaio di Padova”. Lo ha detto il Presidente del Veneto Luca Zaia, conversando con i giornalisti a margine di un appuntamento pubblico a Treviso.

“Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza devono poter scendere il strada con il codice penale, non con il libro del galateo” ha aggiunto il Governatore.

*

Io mi sono costretto a trascrivere intero questo articolo redazionale costruito evidentemente per raccogliere sì nel referendum autonomista leghista in costruzione, dove andrò a votare il mio no, perché il partito democratico italiano sta finendo la sua raccolta congressuale; dunque potrebbe raccogliere, come club privato che aspira ad essere una forza pubblica il caso di questo giudice da far west.

Io non voglio allarmare.

Io voglio che un partito politico diventi legale e mi esenti dal girar armato.

Pongo questa esigenza civile davanti a tutto.

Ho votato no al referendum del 4 dicembre per questo motivo. La nostra Costituzione recita all’art. 49:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Il partito democratico italiano diventi legale; diventi legale la Lega, diventino legali i cinque stelle, diventi legale forza italia di evasione fiscale ed ogni altro movimento…diventi legale ogni forza pubblica attraverso l’associazione disciplinata.

Usciamo dal caos!

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