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Lunedì, 24 Aprile 2017 00:00

Alitalia, Delrio: "Nessuna possibilità di nazionalizzazione"

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"Non c'è un'altra soluzione né la possibilità di nazionalizzazione, bisogna seguire con coraggio la strada iniziata". Lo ha detto nel corso di un'intervista al Tg1 su Alitalia il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

 

Dipendentipilotihostess steward. Tutto il personale Alitalia sta continuando ad esprimere il proprio voto in queste ore (VIDEO), attraverso un 'Sì' o un 'No' al referendum sul pre-accordo firmato lo scorso 14 aprile. Per i 12.500 lavoratori ci sarà tempo fino alle 16 di domani.

L'esito "è assolutamente decisivo" per il futuro della compagnia. Lo afferma all'AdnKronos il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini che, nel ribadire l'importanza del risultato della consultazione, sottolinea l'impegno del governo nella trattativa che ha portato al pre-accordo: "Abbiamo lavorato per un piano industriale in grado di tenere nel tempo. Rispetto alle previsioni di inizio trattativa l'intervento dell'esecutivo è stato decisivo per rendere più accettabile il numero degli esuberi".

Intanto la leader Cisl, Annamaria Furlan, sottolinea che "le parole espresse dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ci mettono di fronte ad una drammatica realtà: Alitalia morirà se verrà bocciato il piano. I lavoratori di Alitalia hanno ora in mano il destino della loro azienda".

"Non c'è oggi una alternativa concreta al piano industriale di sviluppo e di ricapitalizzazione su cui si sono impegnati il nuovo management di Alitalia e gli azionisti italiani e stranieri. Ma senza il 'Sì' a maggioranza dei lavoratori, Alitalia difficilmente potrà sopravvivere. Siamo consapevoli dei sacrifici che vengono nuovamente richiesti a tutto il personale di Alitalia", dice in una nota, ribadendo come il sindacato abbia fatto la sua parte, "cercando di modificare il piano iniziale dell'azienda e contrattando con grande determinazione ogni possibile garanzia occupazionale e salariale per i lavoratori".

Di segno opposto l'Usb che, a poche ore dalla chiusura delle urne, rinnova il 'No' al piano industriale e alla pre-intesa non firmata dal sindacato autonomo e al centro della consultazione del lavoratori. "Basta minacce e ricatti, le alternative ci sono e il 'No' non è un passo verso il baratro ma una giusta risposta dei lavoratori", spiega in una nota contestando il referendum in corso: "Non è democratico e sicuramente è poco trasparente. Manca il quorum, mancano regole cristalline e soprattutto è mancata l'informazione ai lavoratori sui contenuti di quanto sottoscritto".

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