ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 08 Maggio 2017 16:00

Claudia Piccinno con il Soffitto le sue poesie come cortometraggi d'altrove

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Leggo qualche ode e mi sovviene in mente la silloge delle odi di Neruda, stavolta non è il gatto, ma nelle poesie di Claudia Piccino c’è la biro della maestra, c’è il lavoro, persino un ode al silenzio e quello dedicato alla fede ovvero ode ai cristiani. 

Parto da questa sollecitazione per scrivere una recensione del libro silloge di poesie: “Il soffitto – cortometraggi d’altrove” di Claudia Piccinno un libro tradotto pure in serbo con il titolo “Tabahnha”.  Un libro in seconda ristampa con traduzione inglese a fronte. Voglia di universalità della poesia.

Le poesie della Piccinno sono gemme, ogni verso è ricamato, intarsiato con cura. Non è soltanto perizia della maestrina che sa scrivere è qualcosa di più, una sorta di catarsi della parola che assomma in sé diversi significati. Come se ogni lettera fosse scalfita sulla pietra.  E’ tipico della poesia. Mi sovviene di fare un esempio per comprendere il linguaggio poetico. Pensate di essere affacciati al lungomare; una gara velica induce il giornalista a indicare barche in gara, orari e organizzatori. Il narratore si ficca in una barca e descrive il sudore, i volti, la forza delle vogate e la gara. Il poeta è rimasto affacciato, per lui le vele spiegate sono i pensieri sparsi oscillanti, il mare con la sua risacca è la voce del tempo che va avanti e indietro, mente l’orizzonte si contamina di futuro.  Lo so non basta a spiegare la poesia ma è una traccia suppongo utile.

Personalmente ho conosciuto lo stile della poetessa pugliese trapiantata in Emilia e Romagna, quando ho letto, in modalità anonima, una sua poesia per un concorso letterario dove l'autrice parlava a un bambino autistico.18198287 1659865207375782 7874140504885302077 n

Devo dire che dopo averla letta ero rimasto seduto sulla poltrona, schiantato dall’emozione. L’ho tenuta in mano e l’ho riletta più volte immergendomi nel silenzio dei gesti, negli sguardi obliqui. Ecco la poesia che diventa social, entra nel welfare, pone quesiti alla coscienza, stimola rapporti socio-sanitari. Un effetto multiplo sorprendente.  Ovvio che avesse il mio voto massimo 100 su 100. Qui in foto con me nella premiazione al concorso Cav Antonio Fanelli di Francavilla Fontana per la migliore poesia (foto di Cosimo Distante)

Per tornare al libro – silloge di poesie, dovrebbe essere la quarta pubblicazione della poetessa che sappiamo pluripremiata e dando spazio alle sue note d’autore sappiamo che “Il soffitto” ha vinto il primo premio come silloge inedita al Premio Nazionale e Internazionale Città del Galateo;

Riconosci­mento di merito al Premio Vitruvio 2014;

Segnalazione di meri­to al Premio Tulliola 2014;

Premio speciale della giuria al con­corso internazionale Guerrato 2014;

Rovigo, Premio “Il porticciolo” al Premio Pegasus “Città di Cattolica ” 2015;

finalista al premio “Omodeo Zorini” sezione libro di poesia edito 2014,

se­condo posto “sezione editi” al Premio nazionale e internaziona­le d’arte Saltino di Vallombrosa 2014.

 Per concludere l’articolo varrebbe la pena di usare una sola frase della poesia “soffitto” che dà il titolo alla Silloge dove la mente è: “una farfalla intrappolata nell’ambra….” Per immaginare la nostra mente intrappolata nelle parole della maestra (non rinuncia mai a ribadire la sua essenza di insegnante) poetessa. 

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