Al contrario: la repressione violenta delle manifestazioni di piazza organizzate dall’opposizione e la proposta di una assemblea costituente non eletta a suffragio universale confermano l’ostinazione del governo a mantenere un atteggiamento auto-referenziale e poco democratico. La mancata liberazione dei detenuti politici e la negazione della crisi umanitaria, con la conseguente impossibilità di ricevere aiuti internazionali, completano questo quadro fosco e poco promettente. In Venezuela vive una delle più grandi collettività italiane al mondo; bene ha fatto il governo, rispondendo anche in questo caso ad una richiesta del Parlamento, a decidere di rafforzare la rete diplomatico-consolare e a stanziare un milione di euro per l’assistenza ai nostri connazionali. La prossima settimana sarò in Brasile, con una delegazione di Camera e Senato, per partecipare ad una conferenza internazionale tra rappresentanti dei Parlamenti europei e latino-americani che affronterà la crisi venezuelana e proverà ad individuare proposte e soluzioni nel campo della politica estera mondiale. L’Italia c’è e sempre più deve assumere una posizione di prima linea sul Venezuela; forse siamo noi l’ultima chance per dare una soluzione pacifica e democratica ad una crisi che al momento appare senza vie d’uscita.”
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