Dovremmo rispondere schiettamente: no. L’associazione illegale ha solo cambiato pelle, come ha scritto perfino Attilio Bolzoni in Vita di Giovanni Falcone dell’inserto super 8 la Repubblica del 19 aprile 2017.

Falcone ci interrogherebbe così schiettamente perché ci ha ripetuto più volte che la mafia è un fenomeno storico, umano, che passa come tutte le cose passano. Ma la mafia non è passata ancora.

Anzi, la stiamo celebrando in mafia capitale.

Leggerò La corruzione in Italia di Nadia Fiorino ed Emma Galli, Il Mulino 2013.

Le memorie scomode (anche per chi le scrive) di Ferruccio de Bortoli parlano di Poteri forti (o quasi). Ha scritto nell’introduzione:  “Una classe dirigente responsabile affronta per tempo e al meglio i problemi seri che un giornalismo di qualità solleva. Certo, è scomodo, irritante. Qualche volta a prima vista dannoso. Ma quanti sono i danni di ciò che non abbiamo saputo o non abbiamo voluto vedere. Un buon giornalismo, in qualunque era tecnologica, rende più forte una comunità. Quando tace o deforma, la condanna al declino. Negli ultimi anni in Italia, salvo poche eccezioni, è successo proprio questo”.

Un buon italiano formale ed una buonissima sostanza. I poteri illeciti sono fortissimi ed immutati (senza quasi).

Il primo giorno di questa primavera ho spedito ad Agoramagazine invano:

LIBERA

Padre nostro,

                       liberaci dalla mafia!

                       Libera LIBERA dai laureati in legge che impediscono alle 1700 associazioni di Libera di scatenare la propria forza dentro ai senatori della repubblica che devono rettificare la legge approvata dalla Camera de art. 49 Cost.:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

                      Libera tutti i parlamentari dalla pratica dell’ordine fuori-legge dei partiti.

                      Libera gli italiani da ogni mafiosità.

                      Non abbandonarci alla corruzione civile. Grazie!

Rinnovo l’invito con più speranza di leggerlo entro il 23 maggio 2017 a 25 anni da Capaci.

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