Giornata scandita dall’intervento e dalla repressione di singolare violenza da parte delle forze dell’ordine. Intanto il fronte chavista dell’amministrazione pubblica comincia a incrinarsi: il Procuratore Generale Luisa Ortega ha affermato che la morte del ventenne Juan Pernalete, lo scorso 26 aprile, è stata causata dalle forze dell’ordine e non, come finora sostenuto, da un colpo d’arma da fuoco esploso da manifestanti.
“Secondo le conclusioni della nostra indagine lo studente è morto a causa di un blocco cardiaco causato dall’impatto contro il torace di un oggetto contundente, come questo. Sì, si tratta del bossolo di un gas lacrimogeno” ha detto in conferenza stampa a Caracas.
Inquietante il quadro fornito da Ortega: in meno di due mesi di recrudescenza delle proteste, 55 persone sono rimaste uccise; 52 sono civili, 3 sono membri delle forze dell’ordine. Su oltre 1.000 feriti, quasi 800 sono manifestanti e militanti dell’opposizione antichavista. Nel quartiere di Montalban, una scuola è stata costretta ad evacuare gli alunni quando il fumo dei lacrimogeni utilizzati dalla polizia ha invaso il cortile della struttura durante la ricreazione. (Andrea S. Neri - Euronews)
The Dictatorship attacked with toxic gases a School where there were children / #Montalban - #Caracas@ONU_derechos pic.twitter.com/RGYETIN6rp
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An opposition activist plays the violin in front of riot police during a protest in Caracas, Venezuela https://t.co/awmhVXVOaC pic.twitter.com/4LcRjOpfiv
— AFP news agency (@AFP) 25 maggio 2017
Demonstrators clash with riot security forces while rallying against President Nicolas Maduro in #Caracas, #Venezuela ?@ReutersBarria pic.twitter.com/nGXqeYggq1
— Reuters Paris Pix (@ReutersParisPix) 24 maggio 2017
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