ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 26 Maggio 2017 16:30

Taranto - A San Pasquale presentazione del libro: «La Memoria del Fuoco. Un’archeologa nella Terra dei Fuochi»

Written by  Giovanna Bonivento*
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Con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Archeologi e del Centro Giustizia  Pace e Integrità del Creato dei Frati Minori del Salento sabato 27 maggio presso il Convento di San Pasquale, via Pitagora 32, alle ore 10,30 presentazione del libro (Napoli, Editore Liberarcheologia, 2015)  “La Memoria del Fuoco.

Un’archeologa nella Terra dei Fuochi” della scrittrice catanese Lidia Vignola che vive e lavora nella Terra dei Fuochi; con l’autrice dialogo di Ruggero Lombardi e Mina Castronovi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente ANA Puglia.  

Il terreno ha memoria-dice la Vignola, attivista delle battaglie in difesa del Patrimonio Culturale e per la difesa dei diritti dei lavoratori del settore, Socio Fondatore dell’ Associazione Nazionale Archeologi nonché dirigente dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie-ricorda ogni cosa che ha visto e vissuto e da qui il racconto  di come all’archeologa gli strati abbiano parlato, raccontando storie di lacrime e sangue, di guerra ma anche di pace, di morte ma anche di vita; è quando l’archeologia è vissuta e praticata come scienza  sociale che si affina nell’archeologa, come in questo caso, la sensibilità nella lettura della stratigrafia non più in chiave estetica (un tempo erano salvati solo i reperti greci, i romani no) non più in chiave di bellezza (oggi l’archeologa apprezza anche il misero coccio, se inserito in un contesto).

Certo che chi, come Lucia Vignola, ha scavato nella Terra dei Fuochi (così è definita l’area campana tra le province di Napoli e Caserta, nota per l’interro di rifiuti tossici e l’accensione di roghi di rifiuti, con grave danno per la salute degli abitanti), l’archeologia racconta molto ma molto di più. Un libro da leggere, soprattutto in una città come Taranto che  ci pare senza memoria, dove la dea Diossina ed il dio Moloch industriale hanno preso il posto di Afrodite e Dionysos, delle divinità dell’amore, del vino e della bellezza del vivere bello e pacifico, soprattutto sano, nella molle Tarentum, ormai solo un ricordo; ma è soprattutto la Madre Terra, Gaia del mito, ad essere stata violata sia nella Terra dei Fuochi  che in quella nostra, terra della Diossina, terre seviziate-per usare un’espressione dell’autrice-quando si riferisce alle ripetute ferite inferte con accanimento contro il corpo terrestre, il suo suolo, un tempo sano e fecondo come quello di una madre generosa. Lucia Vignola “guerrigliera dell’archeologia” non accetta il silenzio,sfida, con questo suo libro, il muro dell’omertà e racconta le sue precoci battaglie contro i baroni delle università, contro le industrie delle cave che hanno distrutto le stratigrafie, contro cantieri di scavo dove le regole della sicurezza sono infrante dalle polveri velenose; i veleni sono anche quelli morali contro chi nega agli archeologi il diritto di esercizio di una professione ancora, purtroppo, non tutelata nei suoi diritti. L’ascolterà qualcuno questa voce di archeologa scrittrice? I suoi lettori certo, ma soprattutto il figlio a cui è dedicata la copertina: soffia sul fiore a palla del soffione, detto anche tarassaco, noto per i suoi poteri magici e la leggenda che, se esprimi un desiderio e lo affidi agli ombrellini del fiore stesso ed al vento, quel desiderio si realizzerà. E cosa non poter desiderare di meglio che una terra  in cui vivere bene, sana e pulita, di pace, bellezza e lavoro per tutti? Soprattutto per gli archeologi che fanno degli scavi e studio dei reperti il loro lavoro, il loro futuro, la loro vita.

 Giovanna Bonivento Pupino membro della Direzione Nazionale dell’Ana (Associazione Nazionale Archeologi) 

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