Cosa Nostra aveva fatto terra bruciata attorno ai magistrati italiani: dopo l'omicidio di Giuseppe Montana Ninni Cassarà, stretti collaboratori di Falcone e di Paolo Borsellino nell'estate1985, e si cominciò a temere per l'incolumità anche dei due magistrati, che furono indotti, per motivi di sicurezza, a soggiornare qualche tempo con le famiglie presso il carcere dell'Asinara; per tale periodo il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria richiese successivamente, ai due magistrati un rimborso spese ed un indennizzo per il soggiorno trascorso per un compito dello Stato. Corto circuito del potere? Dabbenaggine? Giudicate un po’ voi.
Qui iniziarono a preparare l'istruttoria; le inchieste avviate da Chinnici e portate avanti dalle indagini di Falcone e di tutto il pool portarono così a costituire il primo grande processo contro la mafia in Italia e nel mondo; passato alla storia come il maxiprocesso di Palermo che iniziò il 10 febbraio 1986 e terminò il 16 dicembre 1987. La sentenza inflisse 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare, segnando un grande successo per il lavoro svolto da tutto il pool antimafia.
Falcone e Borsellino vivranno tutti i giorni isolati dal mondo esterno, sapendo di essere nel centro del mirino della Mafia. Sette anni dopo saranno uccisi. Quando i riflettori, su questo grande avvenimento dello Stato, si saranno spenti, questi eroi saranno lasciati soli, nel momento in cui veniva fuori il collegamento con la politica della mafia. L’elezione di Meli, la fine del Poul, la normalizzazione.
Del resto lo stesso Buscetta aveva profetizzato a Falcone che voleva i nomi dei politici coinvolti: “se li vuole io passerò per matto e lei sarà ucciso”. Ancora una volta la Rai tributa a Falcone e Borsellino, che oramai si citano in coppia questo sceneggiato "Era d'Estate" trasmesso ieri sera. I protagonisti sono stati interpretati da Massimo Popolizio e Giuseppe Fiorello, rispettivamente nei ruoli di Giovanni Falconee Paolo Borsellino. Questo evento ha segnato la comunanza dei due magistrati legati da questa mission impossible, mentre, all'epoca l'immaginario collettivo persino li divideva sul piano politico, Falcone per certi versi più vicino al potere per le sue idealità di sinistra, mentre Borselino era di destra. Eppure il lavoro, il comune senso dello Stato, la lotta alla mafia li unì e da allora in poi sarà facile per tutti trovare in ogni luogo, piazza o via che sia, intitolata a Falcone e Borsellino.
Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore