Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso, ha le idee chiare e plaude all'iniziativa di Coldiretti Nazionale che si è rivolta a Bruxelles per una tutela più precisa e determinata. Del resto per Coldiretti Treviso il tema è di grande importanza. La marca trevigiana è leader nazionale con un terzo della produzione italiana di funghi coltivati per circa 250 mila quintali all'anno. Il veneto ne coltiva il 50 % del Bel Paese.
I funghi venduti freschi devono, quindi, riportare obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini il luogo di raccolta o coltivazione, per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora. Come detto lo afferma Coldiretti nel rendere noti i contenuti della risposta ufficiale della Commissione Europea ad un quesito sollecitato dalla stessa Organizzazione per smascherare pericolose furbizie nel commercio di prodotti simbolo del Made in Italy. "La Commissione Europea - sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l'indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei".
Finalmente sarà possibile sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. L'obbligo di etichettatura di origine mette chiarezza in un settore in cui - sottolinea la Coldiretti - nel 2016 sono stati importati in Italia oltre 7 milioni di chilogrammi tra funghi e tartufi freschi, dei quali 2,5 milioni di chili arrivano dalla Polonia e oltre 2 milioni dalla Romania, per un valore complessivo di 41 milioni di euro.
La prossima battaglia riguarda i prodotti trasformati dove purtroppo - Walter Feltrin - c'è ancora poca trasparenza e quindi è urgente un intervento legislativo chiarificatore. Sono infatti notevolissimi i volumi di prodotti importati destinati alla trasformazione (oltre 1,3 milioni di chilogrammi di funghi e tartufi secchi, tritati, in polvere, etc.), spesso spacciati per italiani e con l'utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori".
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