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Mercoledì, 28 Giugno 2017 00:00

Quel Web usato male, Mosca contro Telegram, i colossi contro il terrorismo

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Va avanti il braccio di ferro tra le autorità russe e l'app di messaggistica istantanea Telegram, che Mosca la settimana scorsa ha già minacciato di chiusura. I servizi segreti (Fsb) hanno annunciato che l'attentato terroristico alla metropolitana di San Pietroburgo dello scorso 3 aprile è stato preparato, utilizzando proprio Telegram.

 

Secondo il comunicato stampa diffuso dall'Fsb e riportato dal sito Meduza, l'intelligence ha "informazioni attendibili sull'utilizzo da parte del terrorista-kamikaze, dei suoi complici e del curatore all'estero di chat Telegram per mascherare le loro intenzioni criminali, in tutte le fasi dell'organizzazione e della prostrazione dell'atto terroristico".

L'Fsb ha aggiunto che i terroristi internazionali utilizzano proprio Telegram per connessioni tra complici e "curatori all'estero", perché il programma di messaggistica - inventato dal russo Pavel Durov - "ha la capacità di creare chat segrete, con un alto livello di crittografia delle informazioni trasmesse". Le chat di Telegram hanno, infatti, la possibilità di autodistruggersi. I servizi segreti hanno così avvertito che c'è la possibilità che Telegram venga bloccato in Russia.

Leggi anche l'articolo di Repubblica sullo stesso argomento

Il 23 giugno, il capo dell'ente federale russo per il controllo delle telecomunicazioni Roskomnadzor, Aleksander Zharov, ha scritto una lettera aperta a Durov, da anni emigrato all'estero proprio per le pressioni subite dall'intelligence russa, quando era ancora a capo di Vkontakte, il social network da lui fondato e conosciuto come il Facebook russo. Nella missiva, l'ente regolatore ha accusato l'app di messaggistica di violare la legislazione russa, perché non ha consegnato le informazioni necessarie sulla società. Durov ha risposto senza mezzi termini all'Authority: l'eventuale blocco di Telegram rappresenta "un sabotaggio degli interessi dello Stato", ha scritto sulla sua pagina Vkontakte, definendo paradossali le minacce di Roskomnadzor.

"E' ironico che all'ordine del giorno in Russia non vi sia alcun blocco di WhatsApp e di Facebook Messenger, controllate dagli Stati Uniti, ma attivamente si discute il blocco di Telegram, neutrale verso la Russia", si legge nel suo post. Durov ha poi avvertito che appena la sua creatura verrà bloccata, "i funzionari russi nelle loro comunicazioni con amici e familiari e per dati sensibili utilizzeranno Whatsapp o Viber, passando nel campo controllato da Apple iCloud e Google Drive".

In poco tempo gli ha risposto Zharov, definendo Telegram "neutrale verso i terroristi e i criminali che usano il suo servizio". Il capo di Roskomnadzor ha poi espresso rammarico per il fatto che da Durov "non è arrivata una risposta in merito alle questione sollevate nella lettera aperta". "Nessun governo o servizi segreti al mondo hanno ricevuto un solo byte di informazioni da noi. E così sarà per sempre", ha garantito Durov che già tra il 2011 e il 2012 si era opposto alle pressioni dell'intelligence russa che chiedeva dati sugli utenti di Vkontakte, che allora organizzavano le manifestazioni anti-governative proprio convocando le persone sul Facebook russo. Durov non solo ha lasciato la Russia, ma anche la guida di Vkontakte. 

I quattro colossi del web si alleano contro il terrorismo (che li usa)

Le grandi aziende del web, si legge in una nota congiunta di Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube, "lavoreranno insieme per perfezionare e migliorare progetti tecnologici congiunti già avviati, come il database Shared Industry Hash, condivideranno le best practices via via che vengono sviluppate e implementate nuove tecniche di rilevamento e classificazione dei contenuti utilizzando il machine learning, definiranno metodi standard per offrire trasparenza sulla rimozione dei contenuti terroristici".

Sul fronte della ricerca, aggiungono, "commissioneremo studi e ricerche per guidare i nostri sforzi di counterspeech e le future decisioni tecniche e di policy relative alla rimozione del contenuto terroristico".

Il forum inoltre avrà l'obiettivo di condividere le conoscenze. "Lavoreremo con esperti di contro-terrorismo, quali governi, società civile, accademici e altre aziende per condividere le conoscenze acquisite sul terrorismo. Attraverso una partnership con lo UN Security Council Counter-Terrorism Executive Directorate e l'iniziativa ICT4Peace, stiamo costituendo un'ampia rete di condivisione delle conoscenze al fine di collaborare con aziende più piccole per aiutarle a sviluppare la tecnologia e i processi necessari per affrontare i contenuti terroristici e estremisti online e sviluppare best practice: abbiamo già stretto partnership con organizzazioni quali Center for Strategic and International Studies, Anti-Defamation League e Global Network Initiative per individuare il modo migliore per contrastare l'estremismo e l'odio online. Possiamo contribuire a diffondere queste best practice e sviluppare conoscenza condivisa su argomenti quali lo sviluppo delle linee guida e l'applicazione delle norme delle community. Inoltre, si punterà sul 'counterspeech': ognuno di noi ha già solide iniziative di counterspeech. Il forum che abbiamo creato ci permette di imparare e al tempo stesso di contribuire ai reciproci sforzi di counterspeech e di discutere di come potenziare e formare le organizzazioni della società civile e gli individui impegnati in attività simili e sostenere gli sforzi in corso, come ad esempio il Civil society empowerment project (CSEP)".

La diffusione del terrorismo e dell'estremismo violento è un problema globale urgente, concludono i quattro player digitali. "Prendiamo questi problemi molto seriamente e ognuna delle nostre aziende ha sviluppato politiche e pratiche di rimozione che ci consentono di tenere una linea dura contro i contenuti terroristici o violenti di estremisti sulle nostre piattaforme. Crediamo di poter avere un impatto maggiore sulla minaccia del contenuto terroristico online lavorando insieme e condividendo il meglio delle nostre rispettive tecnologie e modalità operative. L'ambito del nostro lavoro, conclude, evolverà nel tempo, poiché dovremo essere pronti a rispondere alle tattiche, in continua evoluzione, di terroristi ed estremisti".

 

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